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San Raffaele, Risonanza Magnetica Multiparametrica per la diagnosi di tumore alla prostata

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Francesca 26 Settembre 2024
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L’Unità di Radiologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele è stata uno dei primi centri in Italia a implementare l’uso della risonanza magnetica multiparametrica (mpMRI) della prostata, affermandosi sempre di più come centro all’avanguardia nella diagnostica per immagini. 

San Raffaele, Risonanza Magnetica Multiparametrica per la diagnosi di tumore alla prostata

Questo esame ha, infatti, rivoluzionato la diagnosi di tumore della prostata, una patologia che colpisce 1 uomo su 6 nel corso della vita, riducendo in modo significativo la necessità di eseguire biopsia invasive.

Ma come funziona e, soprattutto, quali sono le innovazioni nell’ambito di questo tipo di tumore? Ne parliamo con il prof. Francesco De Cobelli, primario dell’Unità Operativa di Radiologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e professore ordinario di Radiologia all’Università Vita-Salute San Raffaele.

Gli esami tradizionali per la diagnosi di tumore alla prostata 

Fino a pochi anni fa, la diagnosi del tumore alla prostata si basava principalmente sul test del PSA (Antigene Prostatico Specifico) e, in caso di aumento, a biopsia prostatica con tecnica random. 

Sebbene il PSA sia specifico per la prostata, non lo è per il tipo di neoplasia che la colpisce; infatti, questo test portava a frequenti falsi allarmi e a biopsie spesso inutili. 

Si è riscontrato che, anche se i livelli di PSA erano elevati, non sempre indicavano la presenza di un tumore maligno, rendendo necessarie biopsie prostatiche che avevano un’accuratezza limitata, con circa il 30% di falsi negativi.

La rivoluzione della Risonanza Magnetica Multiparametrica per i tumori prostatici

La risonanza multiparametrica (mpMRI) è una tecnica avanzata di imaging a risonanza magnetica utilizzata per ottenere immagini dettagliate, combinando diverse sequenze di immagini per fornire una visione più completa e dettagliata dei tessuti. 

Per questo, è particolarmente efficace nella diagnosi e nella valutazione di patologie complesse, come il cancro alla prostata: “La mpMRI ha trasformato radicalmente l’approccio diagnostico, diventando uno strumento indispensabile per identificare tumori prostatici. 

Questo esame ha un valore predittivo negativo superiore al 90%, ciò sta a significare che se la mpMRI è negativa, è altamente probabile che il paziente non abbia un tumore. 

Al contrario, una mpMRI positiva, non solo suggerisce la presenza di un tumore, ma ne indica anche la precisa localizzazione” afferma il prof. Francesco De Cobelli.

I vantaggi per il paziente

L’uso della mpMRI migliora la sensibilità e specificità nella rilevazione delle patologie, permettendo una diagnosi più precoce

Inoltre, riduce il numero di biopsie inutili e aumenta la precisione delle biopsie necessarie, migliorando significativamente il percorso diagnostico per il paziente. 

“Grazie alla localizzazione precisa fornita dalla mpMRI, le biopsie non avvengono più in modo casuale, ma sono dirette verso le aree sospette individuate dalle immagini e offrono ai pazienti diagnosi più accurate e trattamenti personalizzati – continua il professore -. 

Difatti, negli ultimi 2-3 anni, numerosi studi scientifici hanno dimostrato l’efficacia della risonanza multiparametrica, portando a una revisione delle linee guida della Società Europea di Urologia, che, a oggi, confermano la necessità dell’integrazione della mpMRI nel percorso diagnostico per migliorare la precisione e l’efficacia della diagnosi del tumore alla prostata”.

I numeri della risonanza magnetica prostatica al San Raffaele 

“Al San Raffaele di Milano – conclude De Cobelli – questa metodologia di indagini è integrata nel percorso diagnostico da oltre 10 anni. 

All’anno eseguiamo più di 1.000 risonanze magnetiche prostatiche, che ci permettono di identificare quei pazienti con sospetto tumore alla prostata e avviare così un cammino di cura personalizzato”.

Fonte: www.hsr.it

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