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Approfondimenti Medicina

Tic nel bambino, consigli per i genitori

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Francesca 18 Novembre 2024
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I tic sono movimenti motori improvvisi, rapidi, ricorrenti, non ritmici (tic motori) o vocalizzazioni (tic vocali o fonici) che, generalmente, tendono ad avere un’evoluzione benigna e a risolversi con il tempo ma, in alcuni casi, possono compromettere la qualità di vita del bambino. Con il giusto supporto da parte dei genitori e professionisti, possono essere gestiti in modo efficace, migliorando il benessere del bambino.

Ce ne parla la dottoressa Simona Sartori, psicoterapeuta specializzata in età evolutiva, presso Humanitas PsicoCare e Humanitas Medical Care Torino Principe Oddone.

Tic nel bambino, consigli per i genitori

I tic si dividono in semplici e complessi.

  • Tic semplici: movimenti brevi e ripetitivi che coinvolgono solo una parte del corpo (ad esempio, ampia apertura degli occhi o della bocca, inclinazione del collo, sollevamento delle spalle) o suoni semplici (includono tosse, schiarimento della gola, grugniti, imitazione di versi di animali e schiocco della lingua).
  • Tic complessi: coinvolgono più gruppi muscolari o suoni articolati. Alcuni esempi includono: toccare, picchiettare, agitare, calciare, saltare, urlare e strillare.

A che età compaiono i tic nei bambini?

I tic di solito iniziano tra i 3 e gli 8 anni. I primi a manifestarsi sono in genere i tic motori semplici che coinvolgono il viso e il collo. I tic vocali tendono a comparire più tardi, dopo l’insorgenza dei tic motori.

I tic nei bambini sono permanenti?

La maggior parte dei tic nei bambini ha una prognosi benigna. Spesso, scompaiono da soli dopo pochi mesi. Nel caso in cui persistono, raggiungono di solito il picco tra gli 8 e i 12 anni, con un miglioramento o la scomparsa completa durante l’adolescenza o la prima età adulta.

Cosa può peggiorare i tic nei bambini?

I tic possono peggiorare temporaneamente a causa di:

  • Tensioni psicologiche: stress, ansia, eccitazione e rabbia
  • Tensioni fisiche: stanchezza, privazione del sonno e infezioni
  • Cambiamenti ambientali: come l’inizio della scuola o un trasloco.

Come si diagnosticano i tic nei bambini?

Sarà il neuropsichiatra infantile e la psicoterapeuta specializzata in età evolutiva a fare la diagnosi di tic raccogliendo la storia clinica del bambino. È importante osservare i sintomi e, se necessario, i genitori possono fornire video dei tic osservati in casa per aiutare il medico a valutarne la gravità.

Qual è il trattamento per i tic nei bambini?

Molti tic non richiedono alcun trattamento perchè, come dicevamo, la prognosi è nella maggior parte dei casi positiva. Tuttavia, se i tic diventano molto fastidiosi e influenzano negativamente la qualità della vita o creano problemi sociali, emotivi o fisici, si possono considerare due opzioni di trattamento:

  • Terapia comportamentale CBIT (Comprehensive Behavioral Intervention for Tics): aiuta i bambini a diventare consapevoli dei loro tic e a imparare a contrastarli con movimenti volontari incompatibili con i tic stessi. La CBIT può essere efficace sia per i tic motori che per quelli vocali, riducendone la frequenza e la gravità.
  • Farmaci: vengono utilizzati per ridurre la gravità dei tic e sono generalmente suddivisi in due categorie: di primo livello (per tic più lievi, con meno effetti collaterali) e di secondo livello (per tic più gravi, con effetti collaterali più significativi). I farmaci più utilizzati di primo livello sono gli agonisti alfa-2-adrenergici, mentre i farmaci di secondo livello, sono neurolettici che agiscono sui recettori della dopamina.

Quali consigli per i genitori?

È importante che i genitori capiscano che i tic sono movimenti involontari che il bambino non vorrebbe fare e che alcune volte neanche si accorge di avere. Compaiono in momenti della crescita del bambino in cui si sente più stressato, può essere un trasloco, l’inizio della scuola, l’arrivo di un fratellino. Non deve essere sgridato e neanche educato a dover controllare il tic; porterebbe solo ad un maggiore stress per il bambino e quindi paradossalmente all’intensificarsi dei movimenti.

Se i genitori sono preoccupati, l’invito è di rivolgersi ad uno psicoterapeuta dell’età evolutiva per comprendere meglio la situazione psicologica del bambino e valutare come procedere per aiutarlo al meglio.

Fonte: www.psicohumanitas.it

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