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Milano, era necessario riattivare l’Area B proprio ora?

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Vittorio Fontanesi 18 Ottobre 2020
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Il 15 ottobre a Milano è tornata in funzione l’Area B. Per chi non lo sapesse, si tratta di un’area estesa quasi per tutto il comune all’interno della quale automezzi reputati troppo inquinanti non possono entrare. Nobili le motivazioni: essendo il traffico tornato ai livelli pre-pandemia, abbassare l’inquinamento cittadino torna a essere una priorità.

Eppure…eppure basta guardarsi attorno per vedere che Milano non è certo quella di gennaio, quando tutti vivevamo una vita ancora normale e la città era nel pieno della sua frenetica attività quotidiana. Milano non è “piena”, le persone prendono l’auto per evitare assembramenti sui mezzi pubblici, diventati molto più frequenti con la riapertura delle scuole, le corse che non sembrano esattamente ai livelli di gennaio e la frenesia “boomer” di rientro in ufficio e riduzione dello smartworking nonostante i rischi di una seconda ondata, più che rischi, siano già da qualche settimana una triste realtà.

Attivando l’area B si vanno a escludere dalla circolazione le auto più vecchie. Chi sono i proprietari e i fruitori della parte più antiquata del parco auto? Verrebbe da pensare alla classe più anziana e/o povera della popolazione, quindi la più fragile. Obbligare questa fetta di popolazione a prendere i mezzi in un momento in cui l’indice di contagio a Milano è a livelli molto elevati è davvero un prezzo giusto da pagare per ridurre l’inquinamento nelle prossime 3-4 settimane?

Ormai le cure per questa pandemia sono alle porte. Dobbiamo “reggere” ancora per qualche mese. Per favore, evitiamo di complicarci la vita da soli con battaglie di principio.

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