fbpx



Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Approfondimenti Medicina

Osteoporosi: prevenzione, diagnosi e cura

blank
Redazione 26 Novembre 2021
blank

L’osteoporosi è una patologia che causa l’indebolimento delle ossa per via di una carenza di calcio: parliamo dell’importanza di prevenzione e diagnosi precoce con il Dottor Nucci, responsabile del reparto di ortopedia di Santa Rita Hospital in GVM Care&Research.

Si manifesta soprattutto nelle donne dopo la menopausa e l’indebolimento delle ossa è progressivo e impercettibile, a meno che non venga fatta un’adeguata attività di prevenzione. Spesso infatti ci si accorge di avere l’osteoporosi solo quando si verifica una frattura, compiendo un movimento anche leggero.

Come prevenire l’osteoporosi

A partire dalla menopausa, o anche da prima se ci sono fattori di rischio, bisognerebbe iniziare a fare prevenzione per l’osteoporosi attraverso controlli periodici. Lo scopo è quello di avere una diagnosi precoce della patologia. Meglio ancora, sarebbe diagnosticare l’“osteopenia”, uno stato non ancora patologico in cui la densità minerale ossea è già sotto i valori di riferimento, ma si può ancora parlare di osteoporosi.

Anche gli uomini dopo i 55-60 anni dovrebbero sottoporsi a un controllo per l’osteoporosi soprattutto se:

  • osservano un incurvamento progressivo della colonna;
  • hanno seguito terapie a base di glucocorticoidi, ormoni steroidei utilizzati per trattare patologie gastrointestinali o reumatiche;
  • fumano o fanno un consumo eccessivo di alcool.

Altresì è importante esporsi correttamente alla luce del sole, per sintetizzare la vitamina D, alleata del calcio nelle ossa. Questa vitamina è in verità un pre-ormone, che consente l’assorbimento e il deposito del calcio nelle ossa. Non può essere assimilata in quantità significativa attraverso l’alimentazione che arriva a coprire circa il 10% del fabbisogno di vitamina D. Nel cibo è presente soprattutto nei pesci grassi, nell’olio di fegato di merluzzo e nei latticini.

I fattori di rischio dell’osteoporosi

La carenza di calcio è dovuta all’età ed è acuita dalla scarsità di vitamina D. Sono poi fattori di rischio per l’osteoporosi:

  • anoressia in età adolescenziale;
  • terapie lunghe a base di cortisonici, ormoni tiroidei, anticoagulanti o gastroprotettori;
  • vizio del fumo abuso di alcol;
  • costituzione gracile;
  • familiarità con la patologia.

Come si esegue la diagnosi di osteoporosi

L’esame standard per diagnosticare l’osteoporosi è la MOC, nota anche come densitometria ossea. Questo esame è rapido, non invasivo e non doloroso ed espone il paziente a una bassa emissione di raggi X. Serve a analizzare la quantità di fosfato di calcio presente nelle ossa, soprattutto a livello della colonna vertebrale e del femore. 
Anche il test 25-idrossi-vitamina D, svolto attraverso delle normali analisi del sangue, può essere utile per diagnosticare l’osteoporosi, o meglio per valutare la quantità di vitamina D di cui il paziente dispone.

Come si cura l’osteoporosi

Terapia farmacologica con bifosfonati

La terapia farmacologica utilizzata per la cura dell’osteoporosi è a base di bifosfonati che aumentano la densità minerale dell’osso. Possono essere somministrati per via orale, per via endovenosa o intramuscolare.
Spesso i pazienti trattati con i bifosfonati sospendono le cure perché non riescono a vedere i benefici immediati, ma il trattamento dell’osteoporosi richiede tempo e deve essere portato avanti con continuità
Inoltre, sono in molti a temere che l’assunzione di questi farmaci possa rovinare le ossa dell’apparato masticatorio: scientificamente, tuttavia, si tratta solo di ipotesi. Più comunemente le ossa mascellari e mandibolari sono inficiate da ascessi, cattiva igiene orale e difese immunitarie insufficienti.

Integrazione di vitamina D

Riguardo l’assunzione di vitamina D attraverso integratori, invece, è importante che anche questa sia prescritta e seguita dal medico. L’autoprescrizione è da evitare, perché un eccesso di questo pre-ormone è dannoso e può innescare una calcificazione diffusa a tutti i distretti dell’organismo, inclusi gli organi interni. Tra i rischi, ad esempio, vi sono la calcolosi renale e altre problematiche dei reni, disturbi del sistema nervoso centrale e spasmi muscolari.

Stile di vita attivo

Uno stile di vita attivo è altrettanto importante per tenere sotto controllo l’osteoporosi. La camminata veloce per esempio è particolarmente indicata perché le sollecitazioni a cui sono sottoposte le ossa quando si fa attività motoria in piedi aiutano i minerali a depositarsi nell’osso. Gli sforzi sono da evitare, ma per svolgere azioni quotidiane come sollevare piccoli pesi (ad esempio le buste della spesa) si può semplicemente indossare un busto per prevenire il rischio di frattura della colonna.

Fonte: www.gvmnet.it

Tags: