fbpx



Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Approfondimenti Medicina

Celiachia, cinque cose da sapere su questa patologia rara

blank
Redazione 24 Gennaio 2022
blank

Con l’aiuto della Dottoressa Sara Piazza, dietista presso Ravenna Medical Center, cerchiamo di rispondere ai dubbi più comuni sulla celiachia e di mettere in luce alcuni degli aspetti meno noti di questa patologia rara che colpisce circa l’1% della popolazione: ecco cinque cose da sapere.

Celiachia: ecco le cose più importanti da sapere

Si può diventare celiaci da adulti? Un paziente sensibile al glutine è sicuramente celiaco? La dieta priva di glutine va seguita per tutta la vita?

Oltre che di celiachia, la Dott.ssa Piazza si occupa di sensibilità al glutine non celiaca (NCGS), una patologia ancora poco nota che condivide alcuni aspetti con la celiachia ma che, allo stesso tempo, presenta importanti differenze che incidono sull’andamento clinico. In collaborazione con il Professor Giacomo Pietro Ismaele Caio (specialista di gastroenterologia e allergologia presso Clinica Privata Villalba ed esperto di celiachia), la Dott.ssa Piazza ha gestito di recente uno studio clinico in doppio cieco contro placebo per distinguere i pazienti celiaci da quelli con sensibilità al glutine non celiaca (NCGS), contribuendo a conoscere meglio questa patologia ancora poco studiata.

1. La celiachia può esordire a qualunque età

Molti pazienti celiaci vengono diagnosticati nella prima infanzia (con un picco di esordi a 1-2 anni di età). Questo ha portato, in passato, a credere che la celiachia fosse una malattia congenita, presente fin dalla nascita. Oggi sappiamo che questa patologia può comparire a qualsiasi età, anche negli adulti. Un secondo picco di incidenza è stato infatti individuato intorno ai 30 anni e potrebbe essere correlato a modificazioni ormonali tipiche della popolazione femminile adulta: sono proprio le donne a costituire la maggioranza (70%) dei pazienti celiaci in Italia.

2. È una patologia autoimmune 

La celiachia interessa principalmente l’apparato digerente ma la sua origine è autoimmune: per motivi ancora sconosciuti, nei pazienti celiaci il glutine (normalmente presente nella dieta) scatena una reazione atipica del sistema immunitario e provoca la produzione di anticorpi che attaccano e danneggiano la mucosa dell’intestino tenue.
Per scoprire se si è affetti da celiachia, la prima cosa da fare è quindi ricercare con un prelievo di sangue e un test sierologico la presenza di anticorpi anti-transglutaminasi, anti-endomisio e anti-gliadina; in caso di test positivo, la biopsia intestinale permette di confermare o meno le alterazioni della mucosa tipiche della celiachia (“mucosa rasa” nell’intestino tenue). 

3. I sintomi non sono solo intestinali

I sintomi intestinali come diarrea, stipsi, afte, crampi sono in genere i più comuni. Tuttavia, oggi sappiamo che, oltre alla forma classica, esistono anche forme atipiche di celiachia, caratterizzate da una sintomatologia molto varia che comprende manifestazioni extra-intestinali come debolezza, perdita di peso, malassorbimenti, comparsa di edemi, anemia sideropenica, osteopatia, osteoporosi, ansia, atassie, aborti ricorrenti, menarca tardivo. Esistono infine forme subcliniche di celiachia, le più difficili da diagnosticare perché non sono associate a sintomi importanti nonostante la positività ai test sierologici e la presenza di lesioni alla mucosa.

4. La diagnosi precoce è importante per evitare complicanze

I campanelli d’allarme non vanni ignorati: una celiachia non trattata in modo adeguato con una dieta priva di glutine può spianare la strada a gravi complicanze, come iposplenismo, linfoma intestinale, adenocarcinoma del tenue, sprue collagenosica, colite collagenosica e digiunoileite ulcerativa.
La diagnosi precoce è fondamentale per iniziare da subito, con l’aiuto del dietista e del nutrizionista, una dieta aglutinata da seguire per tutta la vita. Nella maggior parte dei casi, la dieta priva di glutine fa regredire i sintomi, ripristina la mucosa intestinale e abbassa il rischio di complicanze a lungo termine.

5. Sensibilità al glutine: è importante non fare confusione

La dieta aglutinata porta benefici anche per chi presenta sensibilità al glutine non celiaca (NCGS, Non-celiac Gluten Sensitivity), una patologia identificata solo da una decina di anni come una condizione distinta dalla celiachia. I sintomi della NCGS (intestinali ed extra-intestinali) sono analoghi a quelli della celiachia e regrediscono non appena i pazienti iniziano a seguire una dieta aglutinata: le principali analogie, però, si fermano qui. Nei pazienti NCGS, i comuni esami per la celiachia (test sierologici e biopsia intestinale) danno infatti esito negativo. Inoltre, al contrario dei celiaci che devono seguire la dieta aglutinata per tutta la vita, i pazienti NCGS possono con il tempo ritornare sani e tollerare una dieta contenente glutine.
A differenza della celiachia, oggi non disponiamo ancora di test mirati per la diagnosi di NCGS, la cui identificazione si basa sui segni clinici e sull’esclusione di altre patologie che possono dare sintomi simili, come allergie o la sindrome dell’intestino irritabile.

Fonte: www.gvmnet.it

Tags: