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Approfondimenti Medicina

Ozonoterapia per dolori alla schiena e alla cervicale: come funziona

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Redazione 3 Febbraio 2022
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L’ossigeno-ozonoterapia, chiamata comunemente ozonoterapia, è un trattamento impiegato da oltre cinquant’anni: le sue applicazioni più diffuse sono in ambito ortopedico, in particolare per il trattamento di patologie come il mal di schiena, i dolori cervicali, l’artrosi e le patologie articolari in genere. 
Nel tempo, le tecniche e i campi di applicazione si sono evoluti con modalità diverse, ma il razionale alla base di questo trattamento medico è sempre lo stesso: sfruttare l’azione antinfiammatoria dell’ozono per ridurre il dolore associato a diverse condizioni.

Il Dott. Fabio Casacci è specialista di Medicina Fisica e Riabilitativa presso Primus Forlì Medical Center di GVM Vare&Research ed è diplomato in Osteopatia presso la scuola OSCE. In questa intervista ci spiega come funziona l’ozonoterapia e ci illustra per quali condizioni è indicato questo tipo di trattamento, in particolare nel caso delle infiltrazioni paravertebrali di ozono.

In che cosa consiste l’ozonoterapia?

Il trattamento consiste nell’iniezione, nella zona da trattare, di una miscela di ossigeno e ozono.
«L’ozono ha un’elevata capacità antinfiammatoria, in numerosi studi viene scelto come terapia infiltrativa alternativa e paragonabile a quella del cortisone», spiega il Dott. Casacci. La somministrazione di ozono permette infatti di ridurre, nel sito di iniezione, la quantità di citochine pro-infiammatorie, ovvero le molecole che attivano e alimentano nel tempo il processo infiammatorio. Interrompendo questo il circuito, l’ozono favorisce lo spegnimento dell’infiammazione e attenua le sensazioni di dolore.

Inoltre, l’ozono è un gas con un elevato potere di diffusione: questo significa che, una volta iniettato, si diffonde rapidamente nei tessuti circostanti, apportando il proprio effetto antinfiammatorio e antidolorifico anche alle zone adiacenti al punto di infiltrazione.

Come viene somministrato l’ozono?

L’ozono viene somministrato sotto forma di una miscela gassosa di ossigeno e ozono: il nome più corretto per indicare questo trattamento è infatti ossigeno-ozonoterapia. La percentuale di ozono viene stabilita dal medico in base al tipo di trattamento.

La miscela ossigeno-ozono può essere somministrata in vari modi, a seconda della patologia e della condizione del paziente:

  • con infiltrazioni intramuscolari, per il trattamento di mal di schiena causati da ernie discali o da protrusioni sintomatiche con radicolopatia;
  • con infiltrazioni intrarticolari, per ridurre l’infiammazione associata agli edemi ossei in alcune forme di artrosi;
  • con somministrazione sistemica mediante emotrasfusione o insufflazione rettale: queste modalità sono generalmente riservate a patologie complesse come alcune forme di artrite reumatoide che non rispondono ai trattamenti tradizionali, fibromialgia oppure patologie oncologiche.

Il Dott. Casacci è specializzato, in particolare, nell’uso dell’ozonoterapia per il trattamento di patologie che interessano le diverse porzioni del rachide e che causano cervicalgie, dorsalgie e lombalgie. In questi casi la somministrazione intramuscolare avviene mediante infiltrazioni paravertebrali, cioè la miscela di ossigeno-ozono viene iniettata a livello dei muscoli paravertebrali, in prossimità della zona in cui il paziente prova dolore.

«Questo approccio non cura l’ernia o la protrusione, ma permette di ridurre efficacemente l’infiammazione e il dolore, permettendo nella maggior parte dei casi la ripresa delle proprie attività quotidiane». Nei casi più complessi esiste anche la possibilità di eseguire infiltrazioni intradiscali, in cui l’infiltrazione di ozono viene però eseguita direttamente nel disco erniato, con l’obiettivo di ridurre (o “seccare”) in modo significativo l’ernia.

Questa, però, rappresenta una procedura molto più complessa: «mentre le iniezioni paravertebrali di ozono vengono eseguite in ambito ambulatoriale, le infiltrazioni intradiscali richiedono un intervento mirato, da eseguire sotto guida radiografica in ambiente ospedaliero. Per questo motivo, le infiltrazioni intradiscali vengono consigliate solo ai pazienti che non hanno tratto beneficio dagli approcci terapeutici basati sulla terapia manuale, sulle infiltrazioni paravertebrali di ozono e sulla riabilitazione in palestra».

Come si svolgono le infiltrazioni paravertebrali?

Le infiltrazioni paravertebrali di ozono vengono eseguite in ambito ambulatoriale. Per ogni seduta, vengono iniettati 10 mL totali di miscela ossigeno-ozono, suddivisi in quattro punti diversi della schiena. Le infiltrazioni vengono eseguite in genere a distanza di una settimana l’una dall’altra, ma per sintomatologie acute particolarmente dolorose il medico può consigliare due sedute a settimana.

La durata complessiva del trattamento è variabile a seconda delle condizioni e della risposta del paziente: dopo tre sedute, si può valutare insieme al proprio medico se ci sono stati dei benefici e come è opportuno proseguire il trattamento.

Ci sono possibili effetti collaterali o controindicazioni?

Le infiltrazioni paravertebrali di ozono vengono generalmente ben tollerate dai pazienti. Talvolta, subito dopo l’iniezione, il paziente può avvertire una lieve sensazione di fastidio o di irrigidimento del muscolo; questa è soggettivamente molto variabile e si risolve spontaneamente in un lasso di tempo che va da 5 minuti a mezz’ora.

Il trattamento può essere eseguito su tutti i tratti della colonna (cervicale, dorsale e lombare), con alcuni accorgimenti specifici in base alla zona da trattare. Per esempio, per il trattamento della zona cervicale si inietta una quantità di miscela ossigeno-ozono inferiore rispetto alla zona dorsale, perché il tessuto muscolare in questa zona è minore.

Per quanto riguarda possibili eventi avversi, non sono mai state documentate reazioni allergiche associate alla somministrazione di ozono: la molecola di ozono (O3) è infatti costituita unicamente da atomi di ossigeno, un elemento naturalmente presente nel nostro organismo e verso il quale non possono verificarsi reazioni allergiche. 

Esistono controindicazioni al trattamento?

Prima del trattamento, è importante valutare la storia clinica del paziente, eventuali interventi pregressi e terapie farmacologiche in corso. In linea generale, le infiltrazioni paravertebrali sono adatte a persone di tutte le età e non presentano rischi di interazioni con altri farmaci, per cui non è necessario interrompere terapie in corso prima di sottoporsi a ozonoterapia. In alcuni casi, questo trattamento è scelto proprio dai pazienti che, dovendo già seguire regimi terapeutici complessi, cercano un modo di controllare il dolore e l’infiammazione senza ricorrere a terapie a base di cortisone.

Con le dovute cautele, il trattamento può essere eseguito anche in presenza di protesi o materiali di sintesi. Per questi pazienti, è sempre necessario porre particolare attenzione al rischio di potenziali infezioni. Tuttavia, nel caso dell’ozonoterapia, questo rischio è contrastato dal notevole potere antisettico della molecola di ozono, che proprio per questa sua proprietà è stato di recente usato per la sanificazione degli ambienti durante la pandemia di COVID-19.

Quali esami sono necessari prima di sottoporsi a ozonoterapia?

«Soprattutto per le patologie della colonna, prima di stabilire il trattamento per il medico è utile poter visionare i risultati di una risonanza magnetica: questo permette di valutare la presenza e la posizione di ernie del disco oppure di protrusioni con radicolopatia e di poter cercare di riuscire ad essere più precisi nel trattamento infiltrativo».

Oltre alle strumentazioni per la Risonanza Magnetica tradizionale, eseguita in modalità statica e con il paziente supino, presso il Primus Forlì Medical Center è ora disponibile anche l’innovativa Risonanza Magnetica aperta e dinamica (RM G-Scan Brio) che permette di studiare il paziente in posizione eretta (ortostatismo) oppure durante l’esecuzione di specifici movimenti: in questo modo è possibile evidenziare alterazioni muscolo-scheletriche che non sono normalmente visibili con la RM tradizionale.

Fonte: www.gvmnet.it

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