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Abbassare il riscaldamento, quali effetti sulla salute?

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Redazione 17 Marzo 2022
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L’arrivo della primavera è ormai prossimo e come spesso accade in questo periodo, giornate più calde si alternano a giornate più fredde, i riscaldamenti sono ancora accesi: qual è la temperatura ottimale in casa o in ufficio o come far sì che il riscaldamento aiuti il nostro benessere e la nostra salute? Ne parliamo con il dottor Michele Lagioia, Direttore Medico Sanitario di Humanitas.

Vivere in un ambiente riscaldato è un comfort a cui nella maggior parte dei casi siamo abituati, occorre però prestare attenzione a gestire il riscaldamento in maniera attenta, sia per garantire al nostro organismo un effettivo stato di benessere, sia per ottimizzare al meglio il calore emanato dagli impianti al fine di non sprecare energia, risorse e soldi. Il riscaldamento, come sappiamo, rappresenta una voce importante in termini di spesa e di consumo energetico.

Non avere né caldo né freddo: il benessere termico

Il benessere microclimatico è legato al controllo di alcuni parametri fisici che condizionano la percezione dell’organismo. Si può sentire caldo, sentire freddo o sentirsi a proprio agio a seconda del variare di alcune componenti: la più intuitiva è la temperatura, ma influiscono anche il tasso di umidità e la velocità dell’aria.

Questi parametri condizionano lo scambio termico tra la persona e l’ambiente e il benessere termico – ovvero la condizione di soddisfazione nei confronti dell’ambiente – rappresenta un elemento importante per il conseguimento del benessere generale di un individuo.

La temperatura interna del corpo umano deve essere mantenuta tra 35,8°C e 37,2°C: un range che assicura le condizioni di salute dell’organismo. Per garantire che la temperatura interna al corpo rimanga costante, è necessario che la quantità di calore prodotta o assunta dall’organismo corrisponda alla temperatura trasferita all’ambiente e questo processo di scambio termico viene regolato dall’ipotalamo, una parte del cervello.

In presenza di calore eccessivo, il sistema di termoregolazione del nostro organismo rilascia calore all’esterno, mentre se fa troppo freddo attua una limitazione della dispersione di calore, al fine di mantenere costante la temperatura interna del corpo.

Riscaldamento: i consigli per utilizzarlo al meglio

Impostare una corretta temperatura

Secondo la normativa vigente la temperatura negli ambienti dovrebbe essere di 20 gradi (con 2 gradi in più di tolleranza), pertanto una temperatura di 19-20 gradi è adeguata al benessere dell’organismo.

Vestirsi in modo adeguato

Quando sentiamo freddo, tendiamo ad accendere il riscaldamento o ad alzare la temperatura del termostato. Si tratta per molti di un gesto automatico e dall’effetto immediato; un gesto che però impatta sui consumi e sulla salute personale e più in generale del pianeta. Basti pensare che per ogni grado in meno si risparmia dal 5 al 10% sui consumi di combustibile. A volte, è sufficiente vestirsi in modo adeguato anche in casa per stare bene: indossare un maglione più pesante consente di sentirsi velocemente al caldo e riacquistare benessere.

Riscaldamento troppo alto: gli effetti sulla salute

Il riscaldamento eccessivo – unito a un’inadeguata ventilazione – rendono l’aria secca e pesante, favorendo inoltre sintomi quali: pelle secca, labbra screpolate, mal di testa, tosse e altri sintomi respiratori, occhi irritati. Inoltre, se all’interno di casa o in ufficio abbiamo una temperatura troppo alta rispetto a quella dell’ambiente esterno, ci esponiamo maggiormente al rischio di sbalzi termici.

Areare gli ambienti è utile?

Il pieno benessere termico è dato anche dalla ventilazione, che gioca un ruolo importante anche in termini di contrasto all’inquinamento ambientale interno. Areare gli ambienti è dunque fondamentale per favorire il ricambio d’aria ed eliminare così le sostanze prodotte dalla respirazione, dalla sudorazione, ma anche da attività come cucinare, fare una doccia, stendere i panni, usare detergenti o altri prodotti, accendere candele. Aprire le finestre per qualche minuto più volte al giorno consente di migliorare la qualità dell’aria interna ed evitare, per esempio, la formazione di muffe. È bene cambiare l’aria quando il riscaldamento è spento, per evitare sprechi.

Inoltre, in inverno l’umidità esterna dell’aria è tendenzialmente più alta rispetto a quella interna. Alte temperature in casa senza un adeguato ricambio, come abbiamo visto, tendono a seccare l’aria: più l’aria è secca e l’umidità ambientale bassa e più si sente freddo e più si tenderà di conseguenza ad alzare il riscaldamento.

Riscaldamento spento di notte

Di notte è importante spegnere il riscaldamento: ambienti troppo caldi compromettono la qualità del sonno, con conseguenti difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni, insonnia e ripercussioni la giornata successiva.

Non mettere nulla sui termosifoni

Al fine di non ostacolare la diffusione del calore nell’ambiente e limitare anche in questo caso sprechi, è consigliabile non mettere nulla davanti e sopra i caloriferi.

Fonte: www.humanitas.it

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