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Approfondimenti Medicina

Ecografia mammaria e mammografia, esami complementari

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Redazione 14 Giugno 2022
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L’ecografia mammaria e la mammografia sono due esami complementari, fondamentali per la prevenzione del tumore al seno: vediamo in cosa si differenziano e quando sono consigliati.

Tumore al seno, l’importanza della prevenzione

La precocità delle diagnosi ha permesso di ridurre sensibilmente la mortalità per patologie oncologiche e quando la lesione è di piccole dimensioni – come pure quando non sono stati coinvolti i linfonodi – è possibile applicare tecniche chirurgiche poco demolitive con buoni risultati funzionali ed estetici.

Le linee guida del Ministero della Salute indicano come controlli:

  • a 30-39 anni è indicato eseguire una ecografia mammaria annuale, se non specificato diversamente alla paziente rispetto ai fattori di rischio e alla storia familiare;
  • dai 40 ai 49 anni si indica uno screening ecografico e mammografico all’anno (è opportuno anticipare la prima mammografia di 5-10 anni in caso di familiarità con il carcinoma);
  • dopo i 50 anni è indicato eseguire una visita senologica con ecografia annuali e ogni due anni la mammografia.

In linea generale quindi l’ecografia è indicata alle donne che non hanno ancora raggiunto i 40 anni, quando il seno ha una struttura ghiandolare più densa. La sensibilità della mammografia è più alta, invece, quando la mammella è adiposa (abitualmente dopo i 40 anni), restituendo informazioni su possibili microcalcificazioni, noduli di piccole dimensioni non visibili all’ecografia o neoplasie in stadi iniziali.

Ne parliamo con i radiologi dottor Franco Bruzzo e il dottor Giovanni Marcantoni dell’Ospedale Cortina accreditato SSN.

Ecografia e mammografia, come si effettuano

All’Ospedale Cortina, si eseguono sia mammografie che ecografie. Quando si tratta di controlli oncologici i due esami diagnostici strumentali vengono integrati con la visita clinica, tutto in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.

È possibile effettuare i due esami anche nello stesso giorno, ricevendo un referto contestuale, riassuntivo dei rilievi delle due metodiche nonché il confronto con i precedenti controlli.

Ecografia e mammografia sfruttano due mezzi fisici diversi che – interagendo con lo stesso organo – forniscono informazioni complementari, che possono anche essere integrate con la visita senologica. L’ecografia sfrutta gli ultrasuoni mentre la mammografia sfrutta le radiazioni ionizzanti a basso dosaggio.

Ecografia mammaria

Gli ultrasuoni sono emissioni sonore con frequenza oltre lo spettro dell’udibile dall’orecchio umano, in grado di attraversare i tessuti con una velocità inversamente proporzionale alla densità dei tessuti stessi. Ogni volta che gli ultrasuoni incontrano un tessuto di diversa densità, si riflettono in parte verso la fonte di emissione. Gli echi di ritorno vengono analizzati dalla macchina (ecotomografo) che è in grado di costruire una mappa di densità sotto forma di immagine (ecogramma) che rappresenterà lo strato che si vuole esaminare (da qui il termine “ecotomografia”).

Gli ultrasuoni non hanno effetti biologici dannosi, lo dimostra il fatto che vengono impiegati anche per lo studio del feto durante le varie fasi della gravidanza.

Ogni struttura (sana o patologica) ha una sua densità acustica caratteristica e la rappresentazione nei due piani dello spazio ne riproduce la morfologia.

Potendo ottenere piani di scansione in teoria infiniti muovendo la sonda sulla superficie corporea, altrettanto infiniti possono essere i piani di osservazione delle strutture in esame.
L’ecografia quindi, non ha controindicazioni e può essere effettuata anche in giovane età.

Mammografia

La mammografia utilizza i raggi X che essendo radiazioni ionizzanti possono dare danni biologici (però ad alte dosi, per plurime esposizioni e per esami ripetuti molte volte in poco tempo) e in ogni caso si usa solo per serie esigenze diagnostiche e per giustificati motivi (come nel caso dello screening dei tumori della mammella).
I mammografi sono apparecchiature radiologiche dedicate che si utilizzano solo per lo studio della mammella, che viene compressa su una piastra contenente il detettore.
I raggi vengono frenati dalle strutture in proporzione alla loro densità, ma non con lo stesso criterio con cui vengono attraversate dagli ultrasuoni.

Perché si parla di esami complementari

La differenza nel funzionamento è il motivo per cui i  due esami sono complementari. In generale, alcune strutture, come ad esempio le cisti, possono essere meglio visibili all’ecografia e meno visibili nella mammografia. I noduli ad alta cellularità sono invece ben visibili alla mammografia, mentre nella ecografia sono altrettanto visibili solo se si riesce a sfruttare il fatto del grande assorbimento di onde acustiche associato ad artefatti caratteristici (deviazione del suono e altri tipi di rifrazione acustica).

Fonte: www.gvmnet.it

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