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Approfondimenti Medicina

La bici elettrica, o e-bike, fa bene al cuore?

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Redazione 17 Agosto 2022
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La bici elettrica, o e-bike, aiuta il sistema cardiovascolare ed è consigliata per migliorare la salute del cuore, prevenire numerose patologie e/o ridurne il rischio, aiutare alcuni percorsi di riabilitazione.

Bici elettrica, facciamo chiarezza

Biciletta elettrica, e-bike, biciletta a pedalata assistita, o ad assistenza elettrica, Electric Pedal Assisted Cycle (EPAC)…

Al contrario di quanto alcuni continuano a pensare, non è una bicicletta trasformata in “scooter leggero” grazie all’aggiunta di un motore. Come suggerisce il nome, si tratta di un’assistenza e non di una sostituzione di energia: se non si pedala, non si va avanti. Nell’e-bike, in altre parole, il motore è un supporto ed è necessario uno sforzo per attivare l’assistenza elettrica: chi utilizza l’EPAC ha invece l’opportunità di scegliere il livello di assistenza del motore – che può essere nulla, moderata o elevata – in funzione delle proprie esigenze.

Lo sforzo che si compie con la bici elettrica

Numerosi studi hanno cercato di quantificare lo sforzo che si compie utilizzando una biciletta a pedalata assistita ricorrendo al cosiddetto indice MET (Metabolic Equivalent of Task). La sua unità di misura (che si esprime in termini di consumo di ossigeno, o a volte di kilocalorie) stima la quantità di energia utilizzata dal nostro organismo durante un’attività, rispetto a quando siamo a riposo. Una persona “media”, a riposo, consuma 1 MET (= 3,5 millilitri di ossigeno o 1 chilocaloria per chilogrammo di peso corporeo per i minuti di attività). Ad esempio, consumiamo 1 MET mentre guardiamo la TV coricati sul divano, 2 MET mentre guidiamo l’auto, 3 MET mentre camminiamo e così via.

Diverse ricerche, condotte sia in singoli Paesi dove l’utilizzo delle bici elettriche è particolarmente diffuso, sia a livello europeo, sono concordi nell’attribuire a questa attività fisica un’intensità dello sforzo almeno moderata (> 3 MET). Naturalmente, l’intensità varia a seconda del grado di assistenza scelto e della potenza del motore, ma nel complesso la bicicletta elettrica può essere considerata un mezzo di trasporto attivo. L’utilizzo di una bicicletta a pedalata assistita si colloca in linea di massima tra 4 e 6 MET: implica cioè uno sforzo superiore a quello della camminata (3-3,5 MET) e inferiore a quello di una pedalata con una bicicletta standard (6-8 MET).

Patti chiari

Naturalmente, le considerazioni avanzate fin qui valgono a condizione che facciamo un uso appropriato e intelligente dell’e-bike, cioè che pedaliamo. Per una pratica sana, non ha senso limitarsi alla pedalata iniziale che serve ad azionare il motore (tanto varrebbe, allora, inforcare uno scooter e viaggiare a velocità moderata): dobbiamo invece considerare che la funzione del motore è darci una mano a superare le difficoltà, come una salita, un vento forte che ci soffia contro…, integrando le nostre energie.

Con un’e-bike basta quasi sfiorare i pedali per muoversi a circa a 20 km/h, ma se vogliamo fare un uso salutare del nostro mezzo evitiamo di “affidarci” completamente all’assistenza elettrica: pedaliamo con una buona cadenza e optiamo per l’assistenza quando ci sentiamo più affaticati del dovuto o se si presenta una difficoltà.

Perché usare l’e-bike fa bene anche al cuore

Utilizzare la biciletta a pedalata assistita permette di trarre benefici in termini di benessere fisico e psicologico e, più in generale, un miglioramento dello stato di salute. Da questo punto di vista, impiegare l’e-bike può avere più risvolti positivi: migliorare la salute, prevenire numerose patologie e/o ridurne il rischio, aiutare alcuni percorsi di riabilitazione.

In particolare, è ormai dimostrato che praticare regolarmente l’e-bike – sostenendo quindi uno sforzo aerobico continuativo senza però stressare troppo l’organismo, e in particolare proprio il sistema cardiocircolatorio – ha effetti positivi per le condizioni di salute del cuore e per la riduzione di diversi fattori di rischio di malattie cardiovascolari (infarto, ipertensione, trombosi venosa…).

Quando e-pedaliamo si riscontrano miglioramenti nell’efficienza cardiovascolare e della circolazione venosa:

  • viene stimolato il muscolo cardiaco, se ne aumenta la resistenza e si abbassa la frequenza cardiaca a riposo;
  • si generano benefici in termini di frequenza cardiaca massima che, secondo diversi studi, “supera le soglie di intensità necessarie per migliorare la forma cardiorespiratoria negli adulti sani”.

Inoltre:

  • migliora la vascolarizzazione in tutte le parti dell’organismo;
  • si riduce il livello di pressione sanguigna;
  • si tengono sotto controllo i livelli di colesterolo cattivo e glicemia;
  • diminuisce il rischio di malattie croniche tra le quali il diabete di tipo 2 (secondo un recente studio finlandese, 30 minuti di bicicletta elettrica al giorno possono ridurre il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 del 40%);
  • si migliora il benessere mentale in generale e, in particolare, si scarica la tensione e, grazie alla secrezione di endorfine, si riducono stress e ansia;
  • si aumenta l’esposizione alla luce naturale e migliora la qualità del sonno;
  • si smaltiscono calorie: la pratica della bicicletta a assistenza elettrica si presta bene a integrare programmi di perdita di peso.

E-bike per tutti, o almeno per molti

Posto che, come abbiamo visto, la salute trova giovamento da un utilizzo dell’e-bike adeguato e regolare nel tempo, è utile considerare anche che – specie rispetto alla bicicletta standard – la bicicletta a pedalata assistita può essere utilizzata anche da categorie di persone che altrimenti non pedalerebbero, per ragioni fisiche, psicologico-motivazionali o semplicemente pratiche:

  • le persone normalmente sedentarie, inattive o con scarsa propensione al movimento: sapere che grazie alla pedalata assistita è possibile scegliere quando e quanto sforzarsi può essere un incentivo ad abbandonare una totale inattività;
  • le persone più anziane: l’e-bike può riportare in sella chi usava la bicicletta ma vi ha rinunciato perché è diventata troppo faticosa o, semplicemente, perché si è lasciato scoraggiare dall’avanzare dell’età;
  • le persone che si stanno riprendendo da una malattia o da un incidente e non possono fare troppi sforzi, o sforzi troppo impegnativi: lo sforzo in eccesso può essere demandato al motore elettrico;
  • le persone affette da malattie o problemi quali, ad esempio, il sovrappeso: la pedalata assistita potrà aiutarle, specie all’inizio, a scoraggianti eccessi di fatica;
  • le persone che hanno interrotto un’attività fisica o una pratica sportiva per i motivi più svariati e non l’hanno ripresa solo perché disabituate: le caratteristiche della bici elettrica sono adattissime a una ripartenza soft;
  • le persone che vivono in zone e centri abitati, grandi e piccoli, in cui la normale bicicletta è poco utilizzabile a causa dei forti dislivelli: in tantissime aree collinari e montuose l’ausilio del motore elettrico ha un notevole potenziale;
  • le persone abituate a spostarsi in auto o con i mezzi pubblici per “non fare fatica” o “non arrivare sudate e accaldate” a destinazione: se le distanze lo consentono, possono trovare nella bicicletta elettrica un’alternativa ai loro mezzi di trasporto abituali.

L’elenco potrebbe essere ancora più lungo: come sostiene un numero crescente di studiosi, lo sforzo richiesto dalla e-bike è progressivo e la bici a pedalata assistita si presta bene a rappresentare uno strumento di esercizio fisico di massa.

Inoltre diverse ricerche hanno dimostrato che il “fattore “e-”, cioè l’assistenza elettrica, può far crescere la motivazione e aiutare a mantenere regolare l’allenamento, a pedalare con maggior frequenza o per durate e distanze più lunghe.

Fonte: www.degasperis.it

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