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Medicina Ricerca

Malattie cardiovascolari, come occhi e retina parlano del cuore

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Redazione 8 Febbraio 2023
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Come sappiamo, in Italia e nel mondo le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte: uno gruppo di ricercatori ha sviluppato un’intelligenza artificiale in grado di rilevare le malattie cardiache in meno di un minuto, semplicemente guardando il paziente negli occhi e senza la necessità di un contatto fisico.

Malattie cardiovascolari, gli occhi parlano del cuore

Nel nostro Paese le malattie cardiovascolari sono responsabili del 34,8% di tutti i decessi (31,7% nei maschi e 37,7% nelle femmine). Per questo, “intercettarle” prima possibile è fondamentale.

Una buona notizia in questa direzione arriva dal Regno Unito (dove, pure, le malattie cardiovascolari sono responsabili di un decesso su quattro). Un team di ricercatori britannici di oftalmologia ha sviluppato un’intelligenza artificiale in grado di rilevare le malattie cardiache in meno di un minuto, semplicemente guardando il paziente negli occhi e senza la necessità di un contatto fisico.

L’intelligenza artificiale sviluppata dal gruppo di ricerca osserva il bianco degli occhi dei pazienti per 60 secondi per individuare la presenza di anomalie.

I pazienti più a rischio di malattie cardiovascolari (infarto, ictus o altre patologie relative al sistema cardiovascolare) presentano vene della retina caratteristiche. Si tratta di variazioni rispetto alla norma nella curvatura o nelle dimensioni delle arterie: variazioni difficili da individuare con gli strumenti tradizionali, ma che l’intelligenza artificiale messa a punto dagli oftalmologi britannici impara a riconoscere attraverso l’imaging delle vene e delle arterie contenute nella retina dei pazienti. Semplificando, l’intelligenza artificiale funziona in modo simile a uno scanner.

Il nuovo strumento è già stato testato su 88 000 pazienti britannici in quello che, ad oggi, è il più grande studio al mondo di questo tipo, ma dovrà essere testato su scala più ampia e approvato dalla comunità medica. Infatti non determina un miglioramento della capacità di individuare i pazienti più a rischio di infarto se assommato agli attuali calcolatori del rischio, ma sembra ottenere risultati analoghi. Per questo potrebbe sostituire gli attuali modelli di predizione del rischio, ma per averne conferma sono necessari altri studi e un utilizzo ampio nella pratica clinica.

Tuttavia i risultati ottenuti finora sono già promettenti. In un futuro non lontano, oculisti e oftalmologi potrebbero essere in grado di effettuare uno screening cardiovascolare controllando la retina, senza bisogno di esami del sangue: una misura preventiva che potrebbe ridurre in modo significativo il numero di morti per malattie cardiache.

Il gruppo di scienziati che ha realizzato la ricerca, guidato dalla professoressa Alicja Rudnicka, ne ha pubblicato i risultati sul British Journal of Ophthalmology. La notizia è poi stata ripresa e portata a conoscenza del grande pubblico dal quotidiano britannico The Guardian.

Fonte: www.degasperis.it

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