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Screening per HCV: test gratuito all’Istituto Nazionale dei Tumori

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Redazione 14 Febbraio 2023
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Anche l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano aderisce alla campagna Regionale di Screening per HCV per l’anno 2023: ecco chi può aderire e come.

Screening per HCV all’Istituto dei Tumori di Milano: chi e come

L’Epatite C cronica da HCV è un’infezione che non dà sintomi, ma è la principale causa di cirrosi e tumore del fegato in Italia.
Fino al 2015, in Italia moriva 1 persona ogni 30 minuti per le conseguenze di questa patologia. Si calcola che nel nostro Paese tra l’1% e 1,5% circa della popolazione ne sia affetta.
Oggi, fortunatamente, sono disponibili cure con farmaci che, somministrati per via orale
per 8-12 settimane, portano alla guarigione in oltre il 95% dei casi, senza di fatto effetti collaterali.
In particolare, si stima che circa 150.000 persone presentino l’infezione da HCV in Lombardia e oltre 50.000 sono già state trattate con successo. Molti casi però rimangono non diagnosticati.

Le persone nate dal 1969 al 1989 possono effettuare il test gratuito di screening per HCV: richiede solamente un prelievo venoso effettuato insieme agli esami di routine.

Lo screening per HCV è gratuito ed è offerto a tutti i cittadini che accedono ai Punti Prelievo e ai pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere, qualora rientrino nelle categorie indicate.
Il test prevede un prelievo di sangue standard per la ricerca degli anticorpi contro l’epatite C, effettuato insieme agli esami del sangue di routine, ed è raccomandato a tutti i nati tra il 1969 e il 1989 che non siano mai stati curati per epatite C.

Sono particolarmente a rischio:
• Persone emotrasfuse o sottoposte a interven¬ti chirurgici prima degli anni ‘90.
• Persone sottoposte a procedure odontoiatri¬che o estetiche (tatuaggi) a basso standard di sterilizzazione.
• Personale sanitario
• Familiari e partner sessuali di persone con
HBV o HCV.
• Persone che usano, o hanno usato, sostanze
stupefacenti per via iniettiva o inalatoria.
• Emodializzati ed emofiliaci che abbiano ricevuto emoderivati prima degli anni ‘90.
• Persone che abbiano avuto rapporti sessua¬li
occasionali.
• Immigrati provenienti da aree a maggior rischio di infezione da HCV (Egitto, Paki¬stan,
Afghanistan, Medio Oriente).
• Bambini nati da madri con infezione da HBV
o HCV.
• Persone con infezione da HIV o HBV.

Fonte: www.istitutotumori.mi.it

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