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Approfondimenti Medicina

Le infiltrazioni con cellule staminali per curare l’artrosi

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Redazione 9 Marzo 2023
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Le infiltrazioni di cellule staminali consentono di rigenerare il tessuto cartilagineo, riparandolo dai danni dell’artrosi (patologia degenerativa delle articolazioni) in fase iniziale o intermedia, quando le altre terapie non abbiano avuto effetto e non sia ancora indicato l’impianto di protesi. Si tratta di un piccolo intervento chirurgico, in sedazione profonda e di breve durata, eventualmente ripetibile a distanza di almeno 1 anno, che mira a ridurre il dolore e a ripristinare la mobilità dell’arto.

Ne parliamo col dott. Marco Ometti, Ortopedico presso l’Unità di Ortopedia e Traumatologia all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, diretta dal Professor Vincenzo Salini.

Cosa sono le cellule staminali

Le cellule staminali sono cellule primitive ancora non differenziate che, per semplificare, si specializzano una volta che ricevono stimoli dall’esterno. In questo senso, quando infiltriamo una cellula staminale in un’articolazione, questa diventa una cellula della cartilagine, detta condrocita.

Se immaginiamo l’articolazione come un tappeto con dei buchi da chiudere con alcune toppe sono proprio le cellule staminali che, una volta iniettate, senza la necessità di sostituire tutta la superficie cartilaginea, intervengono a rigenerare il tessuto distribuendosi sulla zona danneggiata per ripararla.

Per quale patologia vengono utilizzate

La procedura viene utilizzata in casi in cui il paziente sia affetto da artrosi di livello iniziale o intermedio. Per capire se questa possibilità è adeguata alla propria condizione di salute, è necessario effettuare una visita ortopedica e conseguentemente una RX (radiografia) per studiare il grado di usura delle strutture articolari.
L’intervento, infatti, non è indicato per condizioni di usura eccessiva dell’articolazione.

Come avviene la procedura di infiltrazione

Per cominciare è necessario il prelievo delle cellule staminali, che viene eseguito in regime di ricovero con sedazione profonda, della durata di circa 20 minuti. 

Al paziente, sedato profondamente in sala operatoria, viene prelevata dalla cresta iliaca o dal pannicolo adiposo periombelicale una quantità di midollo osseo o di tessuto adiposo che viene poi centrifugata con appositi macchinari in modo da separarne le sue componenti. Una volta ottenuto il concentrato, viene infiltrato con una siringa all’interno dell’articolazione.
La scelta della zona del prelievo delle cellule dipende dall’età del paziente: solitamente si sceglie la zona della cresta iliaca per i pazienti più giovani, quella periombelicale per i pazienti sopra i 55-60 anni. Dopo l’intervento, il paziente viene riaccompagnato in stanza ed è in grado di camminare autonomamente.

Quali sono i benefici per il paziente

Il primo beneficio che il paziente avverte una volta effettuata l’infiltrazione è quello di non sentire più il dolore, per poi vedere ripristinata la funzionalità dell’arto interessato.

Rispetto all’acido ialuronico, che ha funzione di lubrificare l’articolazione e facilitare lo scivolamento dei tessuti, quella con cellule staminali è una terapia rigenerativa, che mira a riempire i danni dell’articolazione, rigenerandola. 

Quanto dura l’effetto della terapia con cellule staminali

La durata dell’effetto di questa terapia è di almeno 1 anno, con controlli mensili per verificare lo stato della patologia. Spesso è sufficiente un’unica infiltrazione con le cellule staminali, se queste hanno rigenerato completamente il tessuto nel quale sono state infiltrate. 

Controindicazioni al trattamento

Nel caso in cui l’articolazione sia completamente danneggiata e l’artrosi sia severa, la terapia con cellule staminali non è sufficiente e spesso si rende necessaria la protesi.

Anche i pazienti che abbiano avuto neoplasieleucemie e linfomi non possono accedere al trattamento, dal momento che la procedura può accelerare la riproduzione delle cellule tumorali.

Fonte: www.grupposandonato.it

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