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Approfondimenti Medicina

Blue Monday, il giorno più triste dell’anno: verità o leggenda metropolitana?

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Francesca 16 Gennaio 2024
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Il Blue Monday cade ogni anno il terzo lunedì del mese di gennaio, il 15 gennaio in questo 2024, ed è considerato il giorno più triste dell’anno. Il fenomeno è nato nel 2005 quando Cliff Arnall, psicologo dell’Università di Cardiff esperto in disturbi stagionali, ha diffuso un’equazione matematica che sarebbe in grado di individuare il fatidico momento tra i 365 giorni dell’anno.

Blue Monday, il giorno più triste dell’anno: verità o leggenda metropolitana?

La formula (da cui in realtà la stessa università ha preso le distanze) terrebbe in considerazioni diverse variabili:

·         le festività appena terminate;

·         il rientro al lavoro;

·         il meteo;

·         le spese del periodo natalizio che pesano sul mese successivo;

·         il fallimento dei buoni propositi;

·         la sensazione di vivere una situazione di stallo da cui è necessario uscire.

«Verità o leggenda? ll Blue Monday è un fenomeno privo di fondamenti scientifici, nel quale in molti tuttavia si ritrovano. Da qualche anno si sente sempre più parlare di questo lunedì cupo e malinconico, il giorno più triste dell’anno», spiega la dottoressa Chiara Maddalena, psicologa e psicoterapeuta dell’Ospedale Santa Maria di Bari, a cui abbiamo chiesto qualcosa di più su questa giornata e su come affrontarla.

Blue Monday, perché si chiama così

Il termine significa letteralmente lunedì (“monday”) blu. Il “blue”, nella cultura anglosassone, indica tristezza e malinconia, e può essere paragonabile al nero nella cultura italiana. Il giorno più nero dell’anno, al limite grigio, si associa con facilità a scenari opprimenti. Dopo un lunghissimo festeggiamento natalizio, ritrovarsi in pieno inverno, con il maltempo, con le città più buie, lontani settimane dalle prossime festività e relative vacanze dal lavoro, non può che generare tristezza e scoramento. Probabilmente è per questo che non risulta difficile credere che sia davvero il lunedì dell’anno più duro da affrontare, calcolato nel bel mezzo di gennaio, mese altamente richiedente, soprattutto per chi studia o lavora. Ci si ritrova incapaci di adempiere ai doveri quotidiani, primi giudici di noi stessi, inadeguati e spaventati dal giudizio altrui.

Tutti iniziano l’anno nuovo con grandi aspettative e il terzo lunedì di gennaio ci si accorge di essere già stanchi e scoraggiati. Per dirlo con una metafora, succede come quando si inizia a correre e si sente il fiato che manca. Cosa succede in quei casi? Si guarda l’orologio e ci si rende conto che si è ancora all’inizio della maratona, che c’è ancora tanta strada da fare. Si percepiscono anche tutti i tipi di dolore: al ginocchio, al tallone, alla caviglia, alla milza. Malesseri fisici, pensieri oscuri, ansie e sentimenti ingombranti ostacolano il percorso.

Come affrontarlo?

Prima di tutto è importante procedere un passo alla volta, a ritmo regolare. Non c’è bisogno di affrettare bilanci e valutazioni, ma è utile continuare a seguire la propria tabella di marcia. Solo così si “spezza il fiato”, e si procede finalmente con fluidità, nella corsa come nella vita.

Naturalmente, può non risultare facile per tutti, e può essere necessario l’aiuto di un professionista. Chi soffre di disturbi dell’umore o ha familiarità per queste problematiche è chiaramente più vulnerabile. Il Natale in famiglia spesso assomiglia più a Parenti Serpenti – il celebre film di Monicelli in cui, durante le feste, si scatenano amare faide familiari – che alle sfavillanti immagini d’amore e tenerezza che propongono nelle pubblicità. Si rischia, quindi, di iniziare l’anno nuovo con il peso di complicati nodi irrisolti a livello emotivo.

È fondamentale sottolineare che la consulenza specialistica è utile non solo a scopo curativo, ma soprattutto a scopo preventivo. Prevenire consente di approfondire la conoscenza di sé, lasciare andare il passato, sviluppare un più chiaro progetto esistenziale. Può liberare il presente e consentire di apprezzare maggiormente se stessi, le relazioni e la realtà che si vive, spronando verso quei cambiamenti che spaventano, ma che sono necessari all’evoluzione, alla fioritura della persona.

Fonte: www.gvmnet.it

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