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Approfondimenti Medicina

Cos’è la fibromialgia e come riconoscere i sintomi

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Francesca 22 Gennaio 2024
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La fibromialgia interessa circa 2 milioni di persone in Italia, per la maggior parte donne in giovane età. Si tratta di una malattia complessa e spesso invalidante, con un impatto considerevole sulla qualità di vita della persona. La Dottoressa Cristina Fumagalli, specialista in Anestesia e Rianimazione, Responsabile del Centro di Medicina del Dolore della Casa di Cura La Madonnina ci illustra meglio questa patologia, i sintomi e gli approcci innovativi per la gestione delle manifestazioni dolorose.

In cosa consiste la fibromialgia (FM)

“La fibromialgia, o sindrome fibromialgica (FM), è una condizione medica cronica, caratterizzata da dolore e rigidità muscolo-articolare diffusi” – spiega la Dottoressa Fumagalli.

Una patologia che riguarda soprattutto le donne, in rapporto 8 a 1 rispetto agli uomini, ma che può colpire anche il sesso maschile.

Quali sono i sintomi

La sindrome fibromialgica si presenta come caratterizzata da:

  • dolore costante a livello muscolo-scheletrico, a volte con una difficile localizzazione esatta;
  • rigidità articolare, disfunzioni e difficoltà a muovere le articolazioni interessate;
  • disturbi del sonno;
  • intestino irritabile;
  • nebbia cognitiva e difficoltà di concentrazione;
  • mal di testa;
  • sensazione di gonfiore a uno o più arti che non è detto siano effettivamente gonfi;
  • bisogno frequente e spesso urgente di urinare, in qualsiasi momento della giornata;
  • irritazione/bruciore a livello intimo e della vescica.

Questa sintomatologia aspecifica della malattia richiede una diagnosi differenziale rispetto ad altre condizioni con le quali può confondersi o, viceversa, associarsi, quali:

  • sindrome da stanchezza cronica (CFS);
  • sindrome delle gambe senza riposo (SNC), un disturbo neurologico che, prevalentemente la sera e durante il relax, provoca fastidio agli arti inferiori e la necessità di muoverli;
  • sindrome della vescica iperattiva (OAB);
  • sindrome ureterale femminile, che determina un’infiammazione del condotto ureterale;
  • dolori mestruali (dismenorrea);
  • cefalea.

Le cause

Le cause della fibromialgia sono ancora sconosciute. Sicuramente si tratta di una malattia multifattoriale, ovverosia dipendente da diversi fattori. Si pensa vi sia una componente genetica che possa legarsi ad altri elementi come eventi particolarmente traumatici e stressanti a livello psico-fisico, verificatisi anche in età infantile, che potrebbero concorrere allo sviluppo della patologia.

Infiammazione neurogena 

Nella sindrome fibromialgica un ruolo importante è rivestito dall’infiammazione neurogena. Si tratta di un tipo di infiammazione (diverso da quello indotto dal sistema immunitario) che viene causato dal rilascio da parte di alcuni neuroni di mediatori che scatenano una cascata infiammatoria responsabile del dolore e dell’irritazione.

Come avviene la diagnosi

La diagnosi di sindrome fibromialgica avviene dal medico reumatologo, per esclusione di altre patologie quali, per fare solo alcuni esempi:

  • polimialgia reumatica, una malattia infiammatoria che causa dolore e rigidità muscolare a livello di collo, schiena e spalle;
  • polimiosite: patologia autoimmune che determina un’infiammazione a livello muscolare;
  • disturbi neurologici;
  • disturbi endocrini e della tiroide. 

Oltre a un’attenta anamnesi personale e familiare, il medico va a valutare anche:

  • se è presente dolore diffuso in sedi del corpo simmetriche, per una durata superiore ai 3 mesi;
  • l’attivazione di almeno 11 su 18 tender point, ovverosia specifici punti, molto sensibili, dislocati lungo tutto il corpo e che determinano dolore alla palpazione.

Come si cura la fibromialgia

“Contro la fibromialgia non c’è ancora una cura che porti alla guarigione dalla malattia. Ad ogni modo, esistono diversi approcci, spesso combinati fra loro, per convivere con essa, riducendo e tenendo sotto controllo la sintomatologia dolorosa” – spiega la Dott.ssa Fumagalli.

Andiamo ora ad analizzarli più nello specifico.

Sport rilassanti

Alcune discipline orientali, fra cui:

  • Yoga;
  • Pilates;
  • Body Balance;
  • Tai Chi.

possono avere degli effetti benefici sulla patologia in quanto producono un benessere psicologico e uno scioglimento della muscolatura.

Farmaci

Il dolore della fibromialgia risponde poco ad antinfiammatori non steroidei (FANS) e cortisonici. In alcuni casi può risultare efficace il paracetamolo, come l’assunzione di oppiacei deboli quali il tramadolo, a differenza di quelli molto forti, che sono controindicati.

Ad ogni modo, sarà il medico, in base a quadro clinico del paziente e sintomatologia riscontrata (insonnia, difficoltà di concentrazione etc.) a prescrivere una terapia farmacologica mirata.

Agopuntura

La ricerca scientifica sull’efficacia a lungo termine dell’agopuntura in relazione alla fibromialgia è ancora in corso, ma alcuni pazienti riportano di aver riscontrato una riduzione dei sintomi

L’agopuntura, infatti, potrebbe:

  • influenzare il sistema nervoso centrale;
  • migliorare la circolazione sanguigna;
  • rilasciare sostanze endorfine e serotonina, che potrebbero aiutare a ridurre il dolore e migliorare il benessere.

Effettuata seguendo specifici protocolli, come presso il Centro di Medicina del Dolore della Casa di Cura La Madonnina, l’agopuntura può in alcuni casi essere una terapia coadiuvante utile e migliorare la qualità della vita della persona.

Ozonoterapia

L’ossigeno-ozonoterapia, eseguita anch’essa presso il Centro di Medicina del Dolore della Madonnina, è un trattamento che sfrutta gli elementi naturali ossigeno e ozono, già presenti nel nostro organismo, che vengono somministrati in varie modalità, sia a livello topico che sistemico, con un’azione:

  • antinfiammatoria;
  • antidolorifica;
  • rigenerante;
  • energizzante.

Nei casi di fibromialgia, l’ozonoterapia può risultare molto efficace su tutti i sintomi della malattiasenza effetti collaterali rilevanti per le categorie per le quali il trattamento non è controindicato. In questo caso, le modalità di somministrazione utilizzate sono:

  • grande auto-emo-infusione (GAE);
  • insufflazioni rettali;
  • infiltrazioni articolari nei trigger point, in caso di associazione con artrosi e artrite.

La grande auto-emo infusione (GAEI)

La grande auto-emo infusione (GAEI) è un trattamento medico che prevede il prelievo di 100-150 cc di sangue del paziente i quali, senza rimuovere l’ago dalla vena dello stesso, vengono miscelati ad un pari volume di ossigeno e ozono in forma gassosa. La concentrazione della miscela di ossigeno ozono viene stabilita dal medico seguendo precisi protocolli della SIOOT (Società Italiana Ossigeno Ozono Terapia). Il sangue così arricchito, viene poi immediatamente reinfuso tramite un sistema a circuito chiuso e trasportato dal sistema circolatorio in tutto l’organismo.

Il trattamento, della durata di circa 30 minuti, viene effettuato mediamente in un ciclo da dieci sedute a cadenza settimanale o bisettimanale, a seconda della gravità del caso e a seguire una seduta di mantenimento al mese, per preservare gli effetti della terapia.

Controindicazioni dell’ozonoterapia

L’ossigeno-ozonoterapia presenta generalmente effetti avversi molto limitati, ad ogni modo va valutata attentamente con il medico nei casi di:

  • gravidanza;
  • gravi patologie cardiovascolari;
  • favismo;
  • epilessia;
  • ipertiroidismo.

Fonte: www.grupposandonato.it

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