Allergie autunnali: esami per la diagnosi e cure personalizzate
Gli allergici lo sanno, se si parla di allergie l’autunno può essere pericoloso tanto quanto la primavera: parliamo di diagnosi e cure personalizzate con il professor Enrico Heffler, allergologo in Humanitas, docente di Humanitas University e direttore della Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica della medesima Università.
A causa dell’emergenza climatica hanno cominciato a diffondersi anche nei mesi autunnali pollini più comuni in altre stagioni. La recrudescenza di una sintomatologia che prevede difficoltà respiratorie, rinite allergica, asma bronchiale e altre manifestazioni respiratorie (tosse, bruciore alla gola e agli occhi) richiede un’azione terapeutica tempestiva per non influenzare negativamente la quotidianità del paziente allergico.
Quali sono le allergie più comuni in autunno?
Tra le allergie che possono insorgere nei mesi autunnali, le più comuni sono quelle a pollini come ambrosia e assenzio, a muffe ambientali come l’alternaria (e in misura minore aspergillus e cladosporium) e agli acari della polvere che, proprio nell’autunno, hanno il loro picco di crescita. Le allergie ai pollini e a muffe come l’alternaria si manifestano sia all’aperto che al chiuso, mentre l’allergia ad altre muffe può peggiorare al chiuso (per esempio nei garage e nelle cantine), soprattutto se in luoghi umidi e, come gli acari della polvere che si nascondono nelle zone più polverose delle nostre abitazioni (ma anche nei cuscini e nei materassi); le manifestazioni cliniche possono andare dalla oculorinite a crisi asmatiche vere e proprie.
La proliferazione di muffe e acari è particolarmente favorita durante i mesi autunnali, in particolare per la combinazione tra le prime piogge e l’accensione dei termosifoni. Gli acari sono minuscoli animaletti, invisibili a occhio nudo, le cui proteine sono ciò che provoca le crisi allergiche in pazienti sensibilizzati. Se, insomma, non possiamo fare nulla per evitare le allergie negli spazi aperti, quando si parla delle mura domestiche diventano prioritari l’igiene, la pulizia degli ambienti e altre procedure di prevenzione ambientale, in particolare nelle fasi di allergia più acuta, per eliminare ogni traccia di acari.
Prick test ed esami del sangue per la diagnosi
Chi non ha mai sofferto di allergie e si accorge di avere manifestazioni associabili a uno stato allergico dovrebbe fare riferimento allo specialista allergologo che saprà indicare gli esami diagnostici più opportuni per chiarire la situazione e identificare il fattore scatenante dell’allergia.
Per diagnosticare un’allergia si può ricorrere ai prick test o agli esami del sangue. I prick test sono dei test cutanei che prevedono l’applicazione di estratti delle diverse fonti allergeniche sulla cute del paziente per poi essere punte leggermente con una lancetta monouso. Tramite l’osservazione della reazione della pelle, lo specialista determinerà a quali di questi allergeni l’individuo è più sensibile.
Gli esami del sangue, invece, possono focalizzarsi sulla ricerca delle immunoglobuline IgE specifiche per singoli allergeni oppure consistere in quella che chiamiamo “diagnostica allergologica molecolare”, che permette di valutare contemporaneamente la presenza di oltre 200 sostanze, la maggior parte delle quali valutate a livello delle singole proteine che compongono ogni fonte allergenica. Un’analisi molto precisa, che consente di identificare la causa specifica della reazione allergica del paziente e agire di conseguenza.
Quando parliamo di asma, invece, alla diagnostica allergologica è fondamentale affiancare l’indagine puntuale della funzionalità respiratoria (esami spirometrici) e dell’infiammazione dei bronchi.
Le cure per l’allergia
I trattamenti per le allergie sono, per la natura stessa della patologia, personalizzati in base alle esigenze individuali del paziente. In generale, le allergie vengono tenute sotto controllo tramite varie tipologie di terapia, all’occorrenza combinate tra loro. In caso di rinite allergica, per esempio, si ricorre abitualmente ai farmaci steroidi topici inalatori (ad esempio spray nasali) e all’utilizzo di antistaminici di ultima generazione che tengono sotto controllo la sintomatologia percepita dal paziente, senza tuttavia presentare particolari effetti collaterali come accadeva con i vecchi antistaminici. Inoltre, è utile per l’igiene delle proprie narici che il paziente effettui un paio di volte al giorno dei lavaggi nasali con apposite soluzioni saline. Per attenuare la congiuntivite che spesso accompagna la rinite allergica si consiglia invece l’utilizzo di colliri antistaminici o con sodio cromoglicato.
Il controllo dell’asma prevede invece l’utilizzo di trattamenti corticosteroidei inalatori eventualmente associati a broncodilatatori, anch’essi per via inalatoria. Anche in questo caso, grazie ai progressi della Ricerca scientifica, è possibile trovare sul mercato terapie che assicurano una copertura di 24 ore e che, conseguentemente, garantiscono al paziente una buona qualità della vita anche nei periodi dell’anno in cui le crisi allergiche si fanno più frequenti.
Per le forme più gravi di asma sono anche disponibili innovativi farmaci biologici, somministrati dallo specialista dopo attenta valutazione, che consentono di controllare la malattia senza ricorrere ai corticosteroidi sistemici e di diminuire il rischio di riacutizzazioni.
La “vaccinazione” contro le allergie
Si chiama immunoterapia specifica, è la cosiddetta “vaccinazione” contro le allergie e consiste nella somministrazione dell’allergene che causa la malattia allergica in dosi incrementali fino a raggiungere una dose di mantenimento. La somministrazione può essere sublinguale o sottocutanea, e la terapia va portata avanti per almeno tre anni, con schemi terapeutici diversi in base all’allergene causale. Si tratta di una possibilità molto interessante per i pazienti allergici: si stima infatti che il 95% dei pazienti che si sottopone a immunoterapia specifica riesca a desensibilizzarsi e a risolvere le manifestazioni allergiche, con un netto cambiamento nella qualità della vita.
Fonte: www.humanitas.it