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Malattia celiaca e reazioni al glutine: troppe fake news

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Redazione 8 Febbraio 2019
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Il tema delle diverse reazioni al glutine, ovvero malattia celiaca, sensibilità al glutine non celiaca ed allergia al grano, resta di grande attualità ed interesse.

Si diffondono  molte notizie, alcune su basi scientifiche ed altre completamente infondate, relative a cause, modalità diagnostiche e terapie.

Escludendo l’allergia al grano, che è una vera e propria forma allergica, la disinformazione riguarda soprattutto celiachia e sensibilità al glutine.

C’è molta confusione, alimentata da fake news, mode e superficialità – spiega il Dott. Sergio Segato, Direttore della Gastroenterologia varesina e del Dipartimento di Medicina specialistica dell’ASST – Negli ultimi anni si sta osservando un numero crescente di persone che si autodiagnostica la malattia e si sottopone a restrizioni dietetiche ingiustificate e, talvolta, pericolose. Di contro, molte persone che hanno veramente la celiachia non vengono tuttora identificate. E’ quindi molto importante fare chiarezza, precisando innanzitutto che celiachia e sensibilità al glutine sono due condizioni molto diverse tra di loro“. 

La malattia celiaca, infatti, è una malattia autoimmune dell’intestino, evidenziata da particolari biomarker e scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. Chi ne è affetto  deve eliminare totalmente e per tutta la vita il glutine dalla dieta, permettendo alla mucosa intestinale di ripararsi e prevenendo così anche le possibili complicanza. La sensibilità al glutine, invece, è un insieme di disturbi che l’assunzione di glutine può scatenare ma che non sono associati ad un danno all’intestino: in questo caso l’assunzione di glutine è sconsigliata, ma solo per evitare i sintomi.

E’ necessario – tiene a precisare Segato – giungere ad una diagnosi corretta, perché le differenze tra le due condizioni sono sostanziali. E affinché questo avvenga, è importante che il paziente non inizi preventivamente una dieta priva di glutine, che potrebbe ostacolare la diagnosi alterando le sensibilità dei test.

Attualmente in Italia sono circa 200mila le persone con diagnosi di celiachia, ma si ritiene che siano almeno altrettanti gli Italiani che soffrono della patologia senza saperlo. La malattia risulta soprattutto concentrata nella fascia di età 19-40 anni (35 per cento circa) e nella fascia 41-65 anni (31 per cento circa). In forte aumento la prevalenza in età pediatrica che, secondo studi recenti, si aggirerebbe in Italia intorno a 1,3 -1,5 %.

“Nell’adulto la diagnosi di celiachia richiede un prelievo di sangue per la valutazione di anticorpi specifici (anticorpi antitransglutaminasi IgA e anticorpi anti endomisio) associata all’esecuzione di una esofagogastroduodenoscopia (Egds) con biopsie effettuate a livello della seconda porzione del duodeno – spiega il Dott. Segato – Le  linee guida per la diagnosi nei bambini, al contrario, indicano un sottogruppo di pazienti nei quali è possibile evitare la biopsie: si discute se questo sia possibile anche in età adulta. Inoltre è noto che dopo aver instaurato una dieta priva di glutine, il dosaggio degli anticorpi antitransglutaminasi e antiendomisio non consente di distinguere adeguatamente i soggetti con persistente danno intestinale da quelli dove è stato raggiunto un completo ripristino della mucosa. Recenti studi avrebbero identificato un nuovo marcatore diagnostico particolarmente sensibile e specifico sia per la diagnosi che per il follow-up della patologia“.

Per la sensibilità al glutine, invece, la diagnosi segue tutt’altro percorso: non essendoci dei marcatori specifici come nel caso della celiachia, si deve eseguire  un test di stimolazione con glutine in doppio cieco contro placebo. “E’ un meccanismo complicato ma che permette di eliminare l’effetto nocebo che spesso si riscontra nelle persone convinte di non tollerare il glutine. Consiste nel rilevare attentamente i  sintomi durante periodi in cui il paziente assume glutine o il placebo senza saperlo e valutare le effettive associazioni tra sostanza assunta e disturbi. Numerosi lavori dimostrano che, quando diagnosticata con metodi rigorosi, la sensibilità al glutine non celiaca è presente in circa il 20% di coloro che pensano di averla”.

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Per discutere di questi ed altri aspetti,  è in programma per la mattina di sabato 16 febbraio, nell’Aula Michelangelo dell’ASST dei Settelaghi, un incontro aperto a medici, farmacisti, pazienti e loro familiari.

L’evento è organizzato dall’ASSt dei Sette Laghi e dall’Università dell’Insubria con il patrocinio dell’Associazione Italiana per la Celiachia , 

Interverranno, oltre al  Dott. Sergio Segato, la Prof.ssa Silvia Salvatore, Professore associato di Pediatria dell’ Università dell’Insubria, la Dott.ssa Eugenia Dozio, Dietista dell’Università dell’Insubria e, Ettore Cannas e Carmelo Ortuso, referenti provinciali dell’Associazione Italiana Celiachia. 

L’incontro sarà introdotto dal Dott. Gianni Bonelli, Direttore Generale dell’ASST dei Settelaghi.

Fonte: comunicato stampa ASST Sette Laghi

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