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Curare la Sindrome del tunnel carpale con tecnica mininvasiva

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Redazione 13 Gennaio 2022
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La Sindrome del tunnel carpale è la patologia più frequente tra coloro che svolgono attività lavorative richiedenti il movimento costante di polso e dita e ha origine nella compressione del nervo mediano posto all’interno del canale carpale: scopriamo assieme al dottor Luca Serra, Specialista in Neurochirurgia di Tiberia Hospital di GVM Care&Research a Roma, quali sono i trattamenti previsti per curare questa patologia.  

Come si manifesta la sindrome: i primi segnali

“La ragione della frequenza della patologia – spiega lo specialista – è il restringimento del canale carpale, favorito dallo svolgimento ripetuto di lavori manuali. Le categorie maggiormente a rischio includono coloro che svolgono attività segretariale, sartoriale o artistico-musicale ma, più in generale, comprendono tutte le persone che usano spesso il computer”.

“Un’altra categoria a rischio è rappresentata dagli individui che soffrono di squilibri ormonali, come le donne nel periodo della menopausa, che soffrono di un restringimento del canale carpale dovuto all’ispessimento del legamento trasverso posto a livello del polso”.

“La sindrome interessa le prime tre dita della mano – pollice, indice e medio – e i primi sintomi sono clinici: dal formicolio delle mani al dolore, fino alla perdita di forza, con conseguente ipotrofia muscolare delle dita della mano. All’inizio il formicolio è notturno, facendo sospettare una posizione sbagliata durante il sonno o un problema cervicale. In realtà, è il sintomo iniziale della sindrome. Successivamente, il disturbo si manifesta di giorno con intorpidimento della mano durante l’uso del telefono o alla guida”.

Tunnel carpale: la diagnosi e la chirurgia mininvasiva

“La diagnosi è clinica – prosegue il dott. Serra – e si esegue attraverso l’elettromiografia e l’elettroneurografia, due tecniche diagnostiche utilizzate per lo studio delle attività di muscoli e nervi. La terapia è conservativa fino a quando i disturbi non diventano avanzati e, allora, è indicato l’intervento chirurgico”.

“L’operazione consiste nella decompressione del nervo attraverso il sezionamento del legamento, con una piccola incisione sulla mano. La tipologia endoscopica di intervento evita il taglio lungo il palmo, prevedendo un’incisione del polso inferiore ad 1 cm. I vantaggi di questo intervento si rilevano in un recupero e in una guarigione più rapidi. Dopo l’operazione viene applicato un cerotto nel punto dell’incisione, senza bisogno di fasciare la mano, con un disagio minore a carico del paziente. L’intervento ha una durata minima ed è possibile intervenire bilateralmente nella stessa seduta”.

Fonte: www.gvmnet.it

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