fbpx



Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Medicina Milano e Hinterland Notizie Locali Lombardia Ricerca

Besta, premiati studi su genetica delle epilessie e malattie neurodegenerative

blank
Redazione 3 Gennaio 2023
blank

Il 2022 è stato un anno di riconoscimenti per gli studi e le ricerche sulla genetica delle epilessie e delle malattie neurodegenerative condotte dall’Unità di Genetica Medica e Neurogenetica dell’Istituto Besta di Milano, diretta dal dottor Franco Taroni: diversi lavori sono stati premiati nei più importanti congressi internazionali e nazionali di genetica umana.

Besta, premiati studi su genetica delle epilessie e malattie neurodegenerative

Tre studi di genetica molecolare del Besta, condotti da tre dottoresse dell’Unità di Genetica Medica e Neurogenetica diretta dal dottor Franco Taroni, sono stati premiati quest’anno nei due congressi internazionali di maggior rilievo. Inoltre al Congresso della Società Italiana di Neuroscienze dello scorso 16 dicembre su otto presentazioni premiate alla cerimonia di chiusura di oggi pomeriggio, tre erano del Besta: quella di Stefania Magri e di Ivano Di Meo, sempre della UOC di Genetica Medica e Neurogenetica e quella di Maria Cristina Tarasco della UOC Neurologia 4 – Neuroimmunologia.

Al Congresso Europeo di Genetica Umana (ESHG) che si è tenuto nel mese di giugno a Vienna, il lavoro della dottoressa Stefania Magri sulla recente identificazione di una modalità di ereditarietà complessa per una forma di atassia spinocerebellare familiare – conosciuta come SCA17 – è stato selezionato per la presentazione orale nella “best poster session”. Lo studio condotto dalla dottoressa Magri ha svelato le basi molecolari che causano la manifestazione della malattia in alcuni membri della famiglia ma non in altri, la cosiddetta “penetranza incompleta” che rende molto difficili un appropriato inquadramento clinico dei pazienti e una corretta consulenza genetica nelle famiglie. Studiando un’ampia casistica di famiglie seguite al Besta dal gruppo della dottoressa Caterina Mariotti, la dottoressa Magri e i suoi colleghi dell’Unità di Genetica Medica e Neurogenetica hanno dimostrato una inaspettata interazione genetica fra i geni STUB1 e TBP nel meccanismo con cui si origina il processo della malattia. Questa scoperta ha implicazioni cruciali per la diagnosi e il counselling genetico nelle famiglie rivelando una doppia modalità di trasmissione ereditaria per la SCA17, che si comporta come una malattia monogenica per alcune variazioni di sequenza del gene TBP e come malattia digenica (causata, cioè, da 2 geni che agiscono insieme, in questo caso TBP e STUB1) per altre varianti di TBP. Oltre al riconoscimento al congresso ESHG, lo studio è stato recentemente pubblicato sulla rivista Genetics in Medicine e un editoriale nel prossimo numero di Lancet Neurology lo ha incluso tra i 10 lavori più meritevoli di attenzione tra gli oltre 14.000 pubblicati nel 2022 nel campo dei disordini del movimento.

Nel mese di ottobre, invece, durante il Congresso della Società Americana di Genetica Umana (ASHG) di Los Angeles, due lavori presentati dalla dottoressa Daniela Di Bella e dalla dottoressa Cinzia Gellera sono stati selezionati tra i “top 10%”, fra gli oltre 2500 abstract inviati, e segnalati con la coccarda “Reviewers’ Choice”. Il lavoro della dottoressa Gellera è stato inoltre selezionato, insieme a soli altri 50, anche per una presentazione orale.

La ricerca presentata dalla dottoressa Di Bella ha riguardato la caratterizzazione clinica e molecolare di un’ampia casistica di pazienti affetti da CANVAS, una malattia con ereditarietà recessiva a esordio adulto, lentamente progressiva, che include anche forme di atassia a esordio tardivo e forme di neuropatia sensitiva. Questa malattia è causata da un’alterazione molecolare variabile e complessa, l’espansione di una sequenza ripetuta, nel gene RFC1. Lo studio ha rivelato che l’espansione è responsabile della malattia in circa il 25% dei pazienti studiati, facendo di questa forma una delle atassie ereditarie più frequenti nella popolazione italiana. Anche la numerosità degli individui portatori della mutazione è risultata elevata (circa il 10% della popolazione), presentando importanti implicazioni per il counselling genetico. Dal punto di vista molecolare, questa espansione si è via via rivelata più complicata di quanto descritto inizialmente, sfidando la nostra capacità di definirne esattamente la lunghezza e la composizione. Per affrontare questa sfida, i ricercatori del Besta hanno quindi sviluppato un nuovo approccio di sequenziamento “long-read” di terza generazione, che potrà essere utilizzato in futuro anche per la definizione di altre espansioni di sequenza che causano malattie neurodegenerative.

La ricerca presentata dalla dottoressa Cinzia Gellera si è invece basata sullo studio di un’ampia casistica (più di 700 casi) di bambini o giovani adulti con gravissime forme di encefalopatia epilettica. Si tratta di forme molto eterogenee dal punto di vista clinico e genetico che vanno incontro a un lungo e complesso iter diagnostico. La stragrande maggioranza dei casi afferisce all’Istituto Besta ai reparti di Neurologia pediatrica (dottoressa Tiziana Granata) e dell’età adulta (dottoressa Laura Canafoglia). I casi sono stati studiati mediante le nuove tecnologie di sequenziamento genico (NGS). Questo approccio ha permesso l’analisi di più di 300 geni malattia per ogni paziente o dell’intero esoma (la regione genica che codifica per tutte le proteine del nostro organismo) in una più piccola coorte di casi familiari. Lo studio si è poi concentrato su un gruppo di nuove mutazioni che alterano la funzionalità di un canale del potassio, per le quali, grazie ad un’importante collaborazione con il gruppo di ricerca del professor Maurizio Taglialatela dell’Università Federico II di Napoli è stato possibile definire il meccanismo che causa la malattia e identificare con successo la terapia farmacologica più appropriata.

S’intitola “Una gita a Les Porquerolles” (Ed. Vertigo) il libro scritto dalla dottoressa Cinzia Gellera in memoria del marito Fabrizio Caielli, colpito da una malattia da prioni. Il libro è una sorta di diario della coppia con racconti di viaggio, immagini dei giorni trascorsi insieme sul lago e di semplici attività quotidiane. Dopo la morte del marito, la dottoressa Gellera, insieme agli amici e ai colleghi di Fabrizio, ha aperto un fondo destinato alla ricerca sulla malattia da prioni. Il ricavato del libro viene devoluto alla ricerca scientifica “Fondo sulla ricerca sulle malattie da prioni, in ricordo di Fabrizio Caielli”. In ricordo di Fabrizio anche quest’anno l’azienda olandese per la quale lavorava (Farm Frites) ha fatto una significativa donazione al Besta per il progetto a lui dedicato.

Fonte: www.istituto-besta.it

Tags: