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Endometriosi: diagnosi precoce e fertilità

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Redazione 2 Maggio 2019

In questo approfondimento del Policlinico San Marco si parla di endometriosi, malattia autoimmunitaria che è causa primaria dell’infertilità femminile.

L’endometriosi è una patologia molto diffusa: colpisce circa il 10% delle donne in Europa e si stima che sia causa di circa il 30-40% dei casi di infertilità femminile. È un ostacolo superabile verso la maternità? L’endometriosi è una patologia caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale (ghiandole e tessuto connettivo) al di fuori della sua sede naturale (cioè la cavità uterina), in posizioni dunque “anomale”, come ovaie, tube, peritoneo, vagina, o anche parete intestinale, retto e vescica. Riconoscerla però non è facile: alcuni dei sintomi più comuni possono essere confusi con quelli di altre patologie, e spesso ci si rivolge al medico solo quando la sintomatologia, che può essere estremamente dolorosa, diviene insostenibile. “Si tratta di una patologia che induce uno stato di ipofertilità: non è detto quindi che chi ne è affetto non possa avere figli” spiega Andrea Borini, responsabile del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita del Policlinico San Marco e del  network 9.baby.

“Ci sono donne che riescono comunque ad avere una gravidanza, altre invece non riescono a concepire. E la malattia viene loro diagnosticata proprio in seguito alle loro difficoltà a rimanere incinta”. La sua origine è tuttora incerta. Esistono diverse ipotesi: mestruazione retrograda, trasporto tramite i vasi sanguigni o linfatici, origine da cellule totipotenti peritoneali sotto stimoli di varia natura. Una volta insorti, i focolai rispondono agli stimoli ormonali nello stesso modo in cui risponde l’endometrio e quindi micromestruano, s’incistano, creano piccole emorragie, aderiscono agli organi vicini, richiamano cellule infiammatorie e induriscono i tessuti. “L’endometriosi può quindi infiltrarsi negli organi pelvici creando gravi danni funzionali e causando una situazione infiammatoria continua di tutta la pelvi, e quindi a una condizione ambientale sfavorevole per una potenziale gravidanza” continua Borini. I sintomi possono essere vari e comprendono dismenorrea, dolore pelvico non correlato al ciclo mestruale, dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali), dolore alla defecazione o alla minzione; tuttavia la gravità della sintomatologia non sempre riflette accuratamente la gravità della malattia. Alcuni studi hanno evidenziato come generalmente sia presente un ritardo di circa otto anni nella diagnosi di endometriosi, imputabile al comportamento sia delle pazienti sia dei medici: si tende a dare per scontato ad esempio che la mestruazione porti con sé necessariamente un dolore pelvico ineliminabile e “da sopportare”. Una diagnosi precoce sarebbe invece estremamente importante per donne che soffrono e non solo a livello fisico: per molte donne il dolore può essere così intenso da richiedere di trascorrere giornate intere a letto e i sintomi possono peggiorare nel tempo, con un considerevole  potenziale deterioramento della qualità della vita ed un elevato impatto psicologico della malattia. Cosa fare quindi se si riceve una diagnosi di endometriosi?
Leggi di più sul sito del Policlinico San Marco.

Fonte: Policlinico San Marco

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