Vitamina B9, la migliore amica delle donne in gravidanza
La vitamina B9, o acido folico, è una vitamina idrosolubile che si scioglie in acqua, viene trasportata dai liquidi corporei, non si accumula nell’organismo e deve essere necessariamente introdotta giornalmente con l’alimentazione: nelle donne in età fertile, in gravidanza e in allattamento la sua assunzione è fondamentale per il benessere dell’organismo.
Secondo le linee guida del Ministero della Salute il fabbisogno giornaliero è di circa 0,4 mg.
Nelle donne in età fertile, comprese quelle in “dolce attesa”, il fabbisogno giornaliero raccomandato è di 0,6 mg, perché l’embrione per crescere, utilizza le riserve della mamma. Nel periodo di allattamento, invece, il fabbisogno è di 0,5 mg, per recuperare il quantitativo perso con il latte materno.
Ce ne parla la Dott.ssa Sara Piazza, Dietologa a Ravenna Medical Center.
A che cosa serve
L’acido folico lavora in sinergia con la vitamina B12, di conseguenza, per poter disporre di acido folico a sufficienza occorre poter contare su un adeguato apporto di vitamina B12.
- interviene nella sintesi del DNA (nucleo delle cellule) e delle proteine che servono per la crescita e la riproduzione cellulare
- previene l’anemia
- riduce il rischio di patologie cardiovascolari come l’infarto perché abbassa i livelli di omocisteina nel sangue. Previene, inoltre, la formazione di coaguli nei vasi sanguigni che possono causare ictus
- previene le malformazioni congenite nel feto. L’assunzione di acido folico, prima della gravidanza, riduce fino al 70% il rischio di malformazioni fetali come la spina bifida e l’anencefalia. Inoltre, sembra che sia in grado di intervenire anche nella prevenzione della labio-palatoschisi, malformazione congenita del labbro superiore e palato, e di alcuni difetti cardiaci congeniti
- è un valido aiuto a livello psicologico e previene la depressione perché contribuisce ad abbassare i livelli ematici di omocisteina. Elevati valori di questo aminoacido sembrano, infatti, favorire l’insorgere di disturbi depressivi.
Dove si trova
Le fonti principali di vitamina B9 sono frutta e verdure a foglia verde, da consumare preferibilmente crude e fresche, come spinaci, broccoli, lattuga, asparagi, arance, kiwi, fragole, limoni e ancora uova, fegato, latte, alcuni cereali, legumi, nocciole e per finire il lievito di birra.
Carenza: che cosa provoca
Le cause più frequenti di un insufficiente apporto di acido folico sono dovute a un errato processo di conservazione, preparazione e cottura degli alimenti, perché le vitamine idrosolubili sono sensibili a luce, aria, calore e acidità. La cottura, ad esempio, può distruggere fino al 95% del patrimonio originario di questa vitamina.
I sintomi che indicano una carenza di questa vitamina sono:
- anemia
- apatia
- difficoltà mnemoniche
- stanchezza
- inappetenza
- disturbi del sonno
- mancanza di concentrazione
- dermatiti (herpes, eczema, acne rosacea)
Una carenza in gravidanza può provocare invece, spina bifida, anencefalia, ritardo della crescita del feto, nascita prematura, ipertensione gravidica nella mamma.
Ci sono alcuni casi in cui può essere necessario un aumento del fabbisogno:
- elevato consumo di alcol
- assunzione di alcuni farmaci, come barbiturici ed estroprogestinici
- celiachia
- diabete mellito insulino-dipendente
- patologie intestinali da malassorbimento come Colite ulcerosa, Morbo di Crohn
Eccesso: che cosa provoca
Non esistono rischi di salute legati a un apporto eccessivo di vitamina B9 perché la quantità in eccesso viene eliminata attraverso le urine. Tuttavia dosi molto elevate di acido folico potrebbero provocare danni renali, ma è una possibilità rarissima.
Un eventuale sovradosaggio si può manifestare con:
- reazioni allergiche
- nervosismo immotivato
- accelerazione dei battiti del cuore
- tremori
Acido folico: prezioso per la mamma e per il bebè
L’acido folico è di fondamentale importanza fin dai primi mesi in cui si forma il feto. L’integrazione di questa vitamina è raccomandata dai ginecologi da qualche mese prima del concepimento e per tutta la durata della gravidanza per tutelare la salute della futura mamma e il corretto funzionamento placentare.
Se questo organo non si sviluppa bene infatti, può causare ritardi nella crescita del feto.
Infine può contrastare l’ipertensione gravidica e le sue complicanze perché abbassa i livelli di omocisteina nel sangue.
Fonte: newsroom.gvmnet.it