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Policlinico San Pietro: ecco come rendere meno traumatico il ritorno a scuola

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Redazione 19 Agosto 2019
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Il rientro a scuola dopo le vacanze estive si avvicina e per molti bambini è un evento traumatico e spesso sottovalutato dai genitori: ecco i consigli del Professor Angelo Colombo, responsabile dell’area materno-infantile del Policlinico San Pietro, per aiutare i più piccoli a tornare sui banchi senza pensieri e preoccupazioni.

Se non è facile per un adulto rientrare al lavoro dopo qualche settimana di vacanza, immaginatevi come può essere per i ragazzi tornare tra i banchi dopo aver trascorso una lunga estate senza scuola. Si devono riabituare ai ritmi della vita di tutti i giorni, a trascorrere meno tempo all’aria aperta e di più sui libri, a stare concentrati per ore per seguire le lezioni. In molti casi, poi, all’inizio di un nuovo ciclo scolastico, si ritrovano ad affrontare compagni e insegnanti nuovi. Tutto questo, soprattutto nei più piccoli, può causare, stati d’ansia che non vanno mai sottovalutati, ma aiutati con alcuni accorgimenti, in modo che il ritorno a scuola non si trasformi in un incubo. Ecco allora i consigli del professor Angelo Colombo, responsabile dell’area materno-infantile del Policlinico San Pietro.

Riprendere gradualmente. Già prima dell’inizio della scuola la famiglia dovrebbe cominciare a preparare i figli al rientro, in particolare evitando di costringerli per ore e ore sui libri negli ultimi giorni. La cosa migliore sarebbe diluire i compiti durante tutta l’estate senza ridursi alla fine. Il rischio altrimenti è che i ragazzi arrivino ai primi giorni di scuola già stanchi. Se non lo si è fatto, bisogna cercare almeno di evitare che fin da subito il bambino venga oberato di impegni, compiti (questo ovviamente è un consiglio per gli insegnanti), attività extrascolastiche, corsi vari etc. 

Fare attività fisica. Far svolgere ai ragazzi più attività fisica possibile all’aperto è importante sia dal punto di vista fisico sia mentale. Lo sport, infatti, oltre a contribuire alla prevenzione di sovrappeso e obesità, favorisce il rilassamento, induce un senso di benessere e aiuta ad acquisire sicurezza in se stessi. Secondo diverse ricerche, inoltre, i bambini più sportivi sono anche quelli che riescono meglio a scuola. Questo, probabilmente, perché educa a impegnarsi per raggiungere gli obbiettivi.

Ripristinare il corretto ritmo sonno-veglia. In estate è normale che i bambini vadano a letto più tardi e si sveglino più tardi. Non si può però pretendere che, allo squillare della campanella, improvvisamente ritornino alle ″vecchie″ abitudini. Per questo bisognerebbe abituarli gradualmente ad andare a dormire sempre un po’ prima e a dedicarsi, dopo cena, ad attività rilassanti che possano conciliare l’addormentamento come leggere un buon libro, ascoltare un po’ di musica etc.

La cartella? Meglio farla la sera, insieme. Preparare la cartella la mattina, di fretta, è fonte di ansia per molti bambini. Meglio ritagliarsi del tempo la sera e coinvolgere il piccolo nella preparazione, in modo da responsabilizzarlo.

Svegliarsi in tempo per fare una buona colazione. È fondamentale per avere il carburante e l’energia psico-fisica necessaria per affrontare la giornata. L’ideale sarebbe farla seduti a tavola, con calma, scegliendo gli alimenti che più piacciono al bambini tra fette biscottate, biscotti, cereali etc., accompagnati da latte o yoghurt, frutta, marmellata e miele.

Giocare. I più piccoli hanno bisogno di giocare. Il gioco, infatti, ha un ruolo fondamentale nel loro sviluppo fisico e cognitivo. In compagnia serve per imparare a socializzare, a dividersi i ruoli, a collaborare. Da soli, aiuta a sviluppare l’immaginazione, le abilità manuali etc.. 

Evitare ″agende″ troppo impegnative.  A tutte le età i bambini devono avere a disposizione del tempo libero per fare quello che preferiscono (anche annoiarsi). Per questo, dopo che sono stati fino a metà pomeriggio a scuola, bisogna concedergli un po’ di respiro, non sovraccaricandoli di compiti né di attività extrascolastiche (che devono sempre comunque essere scelte insieme al bambino in base alle sue inclinazioni e non imposte dai genitori).

Evitare l’abuso di internet, playstation, videogiochi. Usata con moderazione (e sotto la supervisione) la tecnologia può rappresentare una risorsa anche per i più piccoli. Attenzione però a non abusarne. Stare troppe ore davanti a uno schermo, può creare problemi di postura, affaticare eccessivamente gli occhi etc.. 

Non sottovalutare se il bambino si rifiuta di andare a scuola. Secondo alcune statistiche 1 bambino su 4 ha subito una qualche forma di bullismo, un fenomeno sempre più diffuso, non solo tra gli adolescenti, ma anche tra i più piccoli. Con bullismo si intendono tutti i comportamenti, insistenti e reiterati, di prevaricazione e sopruso messi in atto da parte di un bambino/adolescente nei confronti di un coetaneo. Può essere fisico o verbale, diretto o indiretto (come ad esempio pettegolezzi e dicerie malevole). In ogni caso non deve essere ignorato, perché può causare stati di ansia e depressione nella vittima. La prima cosa da fare, se si sospetta che il proprio figlio possa essere stato vittima di bullismo, è fare in modo che il bambino si apra, senza paura e vergogna, rassicurandolo ed eventualmente parlarne con gli insegnanti o allo psicologo della scuola, laddove ci sia.

Fonte: www.grupposandonato.it

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