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Fontana: Covid nelle RSA da una proposta dei nostri tecnici, le ATS hanno controllato

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Redazione 17 Aprile 2020
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Il Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, è intervenuto questa mattina a Mattino Cinque, il programma sulle reti Mediaset, e ha parlato dell’inchiesta in corso sui contagi da Coronavirus nelle RSA lombarde e della decisione presa con l’ordinanza dell’8 marzo di ricoverare i pazienti positivi al Covid-19 nelle strutture con gli anziani.

Ha affermato che quest’ultima decisione, che ha avuto conseguenze tragiche con centinaia di anziani deceduti, è partita da un’idea dei tecnici di Regione Lombardia che l’hanno presentata ai dirigenti del Pirellone i quali, a loro volta, hanno dato mandato alle singole ATS di valutare le singole case di riposo.

Queste le parole del Presidente Fontana: “Aspetto con serenità l’esito delle indagini, noi abbiamo fatto una delibera proposta dai nostri tecnici. Sono stati i nostri esperti a dire che a determinate condizioni, e cioè che esistessero reparti isolati dal resto della struttura e che ci fossero dei dipendenti dedicati ai malati Covid, la cosa si poteva fare. Le case di riposo che avevano queste condizioni hanno aderito alla proposta. Bisogna ricordare che la scelta è stata fatta perché non avevamo più posti per curare gente in ospedale, che non poteva restare a casa perché non riusciva a respirare e quindi doveva essere messa in terapia intensiva.
Sono stati i nostri tecnici che ci hanno fatto la proposta e hanno valutato le proposte delle singole case di riposo e noi ci siamo adeguati. La responsabilità di controllo è dell’ATS Milano, che si è recata sul posto a valutare se ci fossero le condizioni o meno, infatti sono pochissime le case che hanno accettato.”

Ecco chi è il Direttore Generale dell’ATS Milano, Walter Bergamaschi:
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Intanto l’inchiesta prosegue e si allarga. Oltre al Pio Albergo Trivulzio e alle altre RSA già coinvolte si è aggiunta la Baggina: dalle cartelle cliniche dei pazienti sarebbero emerse criticità, con molti anziani ricoverati con polmoniti, sintomi da insufficienza respiratoria e cardiopatie.
Le forze dell’ordine hanno suddiviso in tre aree le verifiche sulle cartelle: quelle dei deceduti, quelle dei nuovi ingressi di pazienti e quelle degli anziani più gravi curati all’interno della struttura senza essere portati nei pronto soccorso, come invece prevedevano le indicazioni.

Potrebbe interessarti a riguardo il nostro articolo “Coronavirus, perquisizioni al Pio Albergo Trivulzio e in altre Rsa della Lombardia” CLICCA QUI)

Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma ha affermato al riguardo: “Criminalizzare la situazione delle RSA è controproducente, perché le Rsa sono autorizzate dal SSN – ha detto intervenendo ad Agorà su Rai Tre – C’è stata sicuramente in passato una corsa che ha visto alcuni avere dei benefici. Ma il tema è che è necessario definire criteri etici per valutarne la qualità, sostenibilità e modello organizzativo. Ne abbiamo viste bellissime, di bruttissime e di lager: ci vogliono regole uguali in tutta Italia.
C’è stato negli anni un depotenziamento del pubblico a favore del privato e soprattutto il privato non ha preso quello che serviva di più al paese, ma quello che rendeva. Si è passati da un modello solidaristico for benefit dei pazienti a un modello for benefit del privato, la sanità è diventata un’industria.”

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