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Alluce valgo: come riconoscerlo e curarlo

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Redazione 22 Luglio 2020
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L’alluce valgo è una patologia del piede molto frequente, colpisce soprattutto le donne e si caratterizza per la deviazione dell’alluce verso le altre dita: parliamo delle cause e dei trattamenti attualmente disponibili con il dottor Maradei, Responsabile di Chirurgia del piede e mininvasiva in Humanitas.

Si accompagna spesso al dito a martello, ovvero a una sovrapposizione del secondo dito del piede all’alluce. “Il secondo dito del piede tende a curvarsi verso l’alto e a sovrapporsi all’alluce deviato: in questo modo il dito spesso sbatte contro la scarpa, motivo per cui in genere il paziente si rivolge all’ortopedico”, spiega il dottor Leonardo Maradei, Responsabile di Chirurgia del piede e mininvasiva in Humanitas.

Le cause dell’alluce valgo

La deformazione può essere dovuta a diverse cause; gioca innanzitutto un ruolo fondamentale la familiarità. Può accelerare la comparsa in maniera significativa l’uso di calzature che affaticano il piede, come le scarpe dalla pianta e dalla punta stretta e con il tacco alto. In altri casi, l’alluce valgo può essere dovuto a lesioni a carico del piede, presenza di altre patologie (come alcuni tipi di artrite) oppure a problemi di peso, di postura o di tono muscolare.

Cosa fare in caso di alluce valgo?

“L’alluce valgo, quando sintomatico, altera il modo di camminare e comporta un sovraccarico dei metatarsi. Deve quindi essere trattato. Il trattamento può essere conservativo, con l’utilizzo di plantari correttivi, ma nella maggior parte dei casi, quando diventa sintomatico, la soluzione è chirurgica.

La chirurgia tradizionale, attraverso l’apertura chirurgica della cute e dei tessuti sottostanti, consente la correzione della deformità mediante l’asportazione di una parte di osso e l’esecuzione di osteotomie con l’inserimento di supporti volti a riportare l’alluce nella corretta posizione”, spiega il dottor Maradei.

“Alla chirurgia tradizionale si sono affiancate altre procedure, come l’osteotomia percutanea distale (PDO), che prevede l’osteotomia in maniera percutanea, ovvero attraverso un’incisione di qualche millimetro. La correzione viene mantenuta con l’infissione di un filo metallico (detto di Kirschner) che verrà rimosso dopo 4 settimane in ambulatorio.

Gioca un ruolo di primo piano, dove l’indicazione lo permette, la chirurgia mini invasiva (detta MIS), che consente di correggere l’alluce valgo e di intervenire anche per la correzione del secondo dito a martello e di altre deformità attraverso piccole incisioni della cute e senza utilizzare mezzi di sintesi”, continua lo specialista.

“I vantaggi di queste procedure mininvasive sono molteplici: minor dolore per il paziente, diminuito rischio di infezioni e necrosi della cute e ripresa rapida; si pensi infatti che il paziente ricomincia a camminare subito dopo l’intervento. La ripresa definitiva però necessita del tempo biologico per la guarigione dell’osso. Nel caso dell’osteotomia percutanea distale (PDO) il paziente dovrà indossare scarpe ortopediche che gli permetteranno di camminare fin da subito, nel caso della chirurgia mini invasiva (MIS), invece, basterà una calzatura comoda per un mese”, conclude il dottor Maradei.

Fonte: www.humanitas.it

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