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San Donato: tecnologia innovativa elimina il rischio di infezione da mycobacterium chimaera

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Redazione 9 Novembre 2020
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Il Policlinico San Donato ha testato una nuova tecnologia che azzera il rischio di infezione da mycobacterium chimaera durante interventi di cardiochirurgia complessa su adulti e bambini.

Durante molti interventi di cardiochirurgia “a cuore aperto” è necessario fare ricorso alla circolazione extracorporea e variare la temperatura del sangue. Per fare questo vengono utilizzati dei dispositivi di raffreddamento/riscaldamento ad acqua. In rari casi – 1 su 10.000 pazienti, – durante l’intervento chirurgico, c’è il rischio di contrarre un batterio, chiamato mycobacterium chimaera, che vive nell’acqua e può annidarsi nelle riserve dei dispositivi di raffreddamento/riscaldamento del sangue. 

Un rischio di infezione estremamente basso, ma dalle conseguenze pericolose

Per questo è stata sviluppata una tecnologia innovativa per il funzionamento dei dispositivi di raffreddamento/riscaldamento, dove la variazione della temperatura avviene tramite un gel a base di glicole, anziché tramite acqua, che trasferisce il calore o il freddo al circuito di perfusione del paziente tramite degli scambiatori di calore sterili e monouso, così da azzerare il rischio di diffusione del batterio. 

Questo nuovo dispositivo di raffreddamento/riscaldamento è stato testato all’IRCCS Policlinico San Donato su pazienti adulti e bambini, e per la prima volta su interventi cardiochirurgici particolarmente complessi

Gli interventi al Policlinico San Donato 

L’apparecchiatura Quantum Heater-Cooler ha assistito il dottor Carlo de Vincentiis, responsabile dell’unità di Cardiochirurgia Adulti, in un intervento che necessitava dell’arresto del circolo sistemico e di ipotermia a 25°. Era la prima volta che il dispositivo veniva utilizzato per eseguire una perfusione che necessita di un’importante variazione della temperatura corporea.

La paziente, una donna di 49 anni, già operata nel 2008 per una dissezione aortica che aveva comportato la sostituzione dell’aorta ascendente, è stata sottoposta alla sostituzione chirurgica sia dell’arco aortico sia della prima porzione dell’aorta toracica, ulteriormente dilatata: l’operazione è stata possibile grazie all’arresto circolatorio e alla perfusione selettiva delle sole arterie cerebrali – per conservare un’adeguata protezione del cervello – seguiti da una graduale ripresa della normotermia e dalla riperfusione degli organi.

Il test è avvenuto anche in una decina di pazienti pediatrici affetti da cardiopatie congenite, operati dal team guidato dal dottor Alessandro Giambertiresponsabile delle unità di Cardiochirurgia Pediatrica e Cardiochirurgia dei Congeniti Adulti. Il più piccolo dei bambini, di soli 4 mesi, affetto da tetralogia di Fallot, è stato dimesso nei giorni scorsi per tornare in Sicilia, la sua regione d’origine. 

“Questi primi pazienti sono stati dimessi dopo un decorso post operatorio privo di complicanze. L’esperienza nell’utilizzo di tale dispositivo è stata sicuramente positiva, corroborata dal fatto che hanno lasciato il nostro ospedale senza il rischio, seppur minimo, di aver contratto un’infezione che si può manifestare anche a distanza di anni dall’intervento. Auspichiamo che nel prossimo futuro l’impiego di questo tipo di supporti possa diventare di routine nel nostro centro e in tutte le cardiochirurgie.” – raccontano Carlo de Vincentiis e Alessandro Giamberti

La sicurezza delle sale operatorie 

Come spiega il Dott. Marco Ranucci, responsabile dell’unità di Anestesia e Terapia Intensiva Cardiovascolare dell’IRCCS Policlinico San Donato, l’infezione correlata al mycobacterium chimaera è un problema delle cardiochirurgie in tutto il mondo.

“Il nostro gruppo di anestesisti e perfusionisti ha contribuito alle nuove linee guida europee per la sicurezza delle sale operatorie, stilate nel 2019, che hanno portato gli scambiatori di calore fuori dal campo operatorio proprio per ridurre il rischio di contagio. Abbiamo iniziato quindi con estremo interesse a testare, nel contesto di una collaborazione scientifica con l’azienda produttrice, questa nuova generazione di apparecchi, riscontrando che la loro performance ci garantisce le stesse prestazioni in termini di efficienza, rapidità e risultati, anche in interventi “estremi”, senza alcun impatto sulla nostra attività in sala o su quella dei colleghi cardiochirurghi. La complessità dei casi affrontati nella nostra struttura, sia nei pazienti adulti sia nei bambini, sta consentendo di verificare le potenzialità di questa tecnologia.”

Il Mycobacterium chimaera

Identificato nel 2004, è normalmente diffuso in natura, soprattutto nell’acqua potabile, e in genere non rappresenta un pericolo per la salute. Sono stati però identificati in Europa e in USA casi invasivi di mycobacterium chimaera a partire dal 2014, in associazione all’utilizzo dei dispositivi di raffreddamento/riscaldamento necessari a regolare la temperatura del sangue durante gli interventi cardiochirurgici. Il contagio avviene nella maggior parte dei casi per contaminazione dei pazienti tramite aerosolovvero tramite la diffusione nell’ambiente della sala operatoria del batterio, annidato nelle riserve d’acqua dei dispositivi di raffreddamento/riscaldamento del sangue

Il periodo di incubazione del M. chimaera è molto lungo: i sintomi possono manifestarsi in un range di tempo che va dai 3 ai 72 mesi dall’esposizione e sono aspecifici (affaticamento, febbre, dimagrimento), rendendo difficile la ricostruzione della fonte di esposizione comune a diversi casi. Anche se il contagio da M. chimaera rappresenta un’evenienza molto rara, si tratta di un’infezione per la quale non esiste una terapia specifica e il cui tasso di mortalità tra i contagiati è di circa il 50%

Fonte: www.grupposandonato.it

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