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Giornata Mondiale del Rene: in ASST di Lodi introdotta la crioablazione percutanea

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Redazione 11 Marzo 2021
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In ASST Lodi è stato eseguito con successo un intervento con crioablazione percutanea su un paziente affetto da tumore al rene sinistro: a spiegare tutti i vantaggi della procedura è il dottor Maurizio Papa, Radiologo Interventista che ha già al suo attivo 100 crioablazioni renali e che fa parte dell’équipe dell’Unità Complessa di Radiologia diretta dalla dottoressa Paola Scagnelli.

Scarsa invasività e buona tollerabilità da parte del paziente, che può essere dimesso dopo una sola notte di degenza. Sono i principali vantaggi della crioablazione percutanea,  metodica introdotta all’ASST di Lodi dal dottor Maurizio Papa, Radiologo Interventista membro dell’équipe dell’Unità Complessa di Radiologia diretta dalla dottoressa Paola Scagnelli. L’intervento di crioablazione è stato eseguito con successo lo scorso dicembre all’Ospedale Maggiore di Lodi su un paziente affetto da tumore del rene sinistro e per questa ragione lo ricordiamo proprio oggi, in occasione della Giornata Mondiale del Rene. Ma che cos’è la crioablazione? E come si effettua?

«La procedura viene eseguita in anestesia locoregionale, con blanda sedazione, in pratica a paziente sveglio e collaborante», spiega Maurizio Papa, che ha al suo attivo già 100 crioablazioni renali eseguite nel corso della precedente esperienza lavorativa all’Ospedale San Raffaele di Milano. «Vengono poi posizionati uno o più aghi da crioablazione all’interno della lesione tumorale, a seconda delle dimensioni del nodulo da trattare; nel caso del paziente in oggetto ne sono state posizionate tre. Una volta che sono in posizione viene fatto entrare del gas argon ad alta pressione all’interno delle criosonde (aghi da crioablazione) che sono dotate di una camera di espansione in punta; in questo modo, sfruttando l’effetto Joule-Thomson che condiziona un’importante abbassamento della temperatura secondaria all’espansione del gas, si crea una “palla di ghiaccio” che raggiunge temperature sino anche a -70°C, distruggendo le cellule tumorali. Per posizionare correttamente le criosonde possono essere utilizzate varie metodiche, quali l’ecografia, la TC, la RM o la ConeBeanCT in sala angiografica, a seconda della posizione e dell’organo da trattare».

I vantaggi della crioablazione nei confronti delle altre metodiche ablative sono particolarmente interessanti, soprattutto perché garantisce una buona tollerabilità della procedura da parte del paziente. «Per le sue caratteristiche fisiche intrinseche il ghiaccio produce meno dolore delle termoablazioni “calde” quali microonde o radiofrequenze; questo permette di eseguire procedure anche complesse in anestesia locoregionale», sottolinea il dottor Papa. «In più il controllo dell’area di trattamento è molto preciso per la sua ottima visibilità, specie nelle metodiche di secondo livello quali TC, RM o CBCT. Altro enorme vantaggio risiede nella degenza del paziente che viene ricoverato la mattina stessa della procedura e viene dimesso il mattino successivo, con un’unica notte di degenza in ospedale, a scopo precauzionale».

Inizialmente le metodiche ablative percutanee venivano riservate ai pazienti che, per comorbidità o altri fattori, non potevano affrontare a un intervento chirurgico tradizionale. Negli ultimi anni, tuttavia, il range dei pazienti che vengono sottoposti a questi trattamenti è stato ampliato, proprio grazie alla loro buona efficacia e scarsa invasività.

Fonte: www.asst-lodi.it

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