fbpx



Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Medicina Milano e Hinterland Notizie Locali Lombardia Top

Niguarda, il trapianto di fegato si prepara con la stampa in 3D dell’organo

blank
Redazione 29 Giugno 2021
blank

Il “clone in 3D” dell’organo del donatore, creato con stampa 3D in scala 1:1 e con la fedele riproduzione dei vasi sanguigni e delle vie biliari, è stata ottenuto incrociando i dati della risonanza magnetica e della TC: il modello ha guidato i chirurghi di Niguarda nell’esecuzione del trapianto da vivente con il figlio che ha donato al padre metà del suo fegato.

Prepararsi all’intervento e impostare in anticipo la strategia chirurgica migliore potendo guardare e toccare l’esatta ricostruzione anatomica in 3D del fegato che si andrà a trapiantare. E’ quello che è successo all’ospedale Niguarda di Milano, dove l’équipe dei trapianti, guidata da Luciano De Carlis, ha potuto portare a termine un trapianto di fegato unico nel suo genere

Nello specifico si è trattato di un trapianto di fegato da donatore vivente che ha avuto come protagonisti il figlio in veste di donatore e il padre in veste di ricevente. Il modello tridimensionale del fegato del donatore è stato stampato con un gel biosimilare che mima la consistenza dei tessuti biologici, si tratta di un a ricostruzione in scala 1:1 con identico peso dell’organo e anatomia dei vasi e delle strutture fedele al 100%. Il “clone in 3D” è stato realizzato incrociando i dati della risonanza magnetica e della TC del fegato del donatore.

C’era bisogno di un organo in tempi rapidi, così entrambi i figli del paziente si sono proposti per la donazione, che prevede l’asportazione di circa il 50-60% del fegato che viene utilizzato per il trapianto – spiega Luciano De Carlis, Direttore della Chirurgia Generale e dei Trapianti-Sono stati stampati gli organi di entrambi. Solo così ci si è resi conto che uno dei due presentava un’anomalia che probabilmente avrebbe impedito la buona riuscita dell’intervento, così si è optato per il secondo. La possibilità di avere a disposizione sia il modello 3D dell’organo sia l’estratto dell’albero circolatorio dei vasi irroranti e delle vie biliari è stato di grande utilità. Non solo per le fasi preparatorie dell’intervento ma anche come riscontro in più durante l’intervento, che richiede procedure molto delicate di isolamento dei vasi sanguigni e delle vie biliari dell’organo da prelevare. Avere a portata di mano la ricostruzione in scala 1:1 dell’organo durante l’intervento per osservare i riferimenti anatomici, riprodotti fedelmente, ha facilitato le diverse fasi del prelievo”. Il trapianto è stato portato a termine con successo e i due stanno completando il percorso di recupero dall’intervento.

L’intervento è stato possibile grazie alla collaborazione con “Printmed-3d”, il primo Centro di competenza lombardo di stampa 3D e realtà virtuale per la medicina personalizzata. Coordinato dall’Università degli Studi di Milano, in particolare il Dipartimento di Fisica, il Centro Interdisciplinare Materiali e Interfacce Nanostrutturati e la Facoltà di Medicina e Chirurgia, il progetto ha l’obiettivo di creare un’infrastruttura per lo sviluppo di soluzioni abilitanti per la medicina personalizzata e la formazione specialistica.

La possibilità di procedere con la ricostruzione in 3D dell’organo è una strada praticabile laddove il trapianto sia programmabile, come nel caso della donazione da vivente. Una possibilità da valutare per interventi sempre più evoluti dal punto di vista dello studio e della preparazione anche nell’ambito di resezioni epatiche complesse per patologia tumorale. La donazione da vivente che sfrutta la rigenerazione del fegato è una via percorribile in casi speciali anche per abbreviare i tempi d’attesa per un organo. Niguarda nel 2001 è stato il primo centro ad avviare il programma per questo tipo di trapianti in Italia in pazienti adulti.  Da allora sono stati portati a termine oltre 110 trapianti di fegato da viventeLo storico totale dei trapianti di fegato realizzati a Niguarda, a partire dall’anno 1985, supera il tetto dei 2.300 interventi.  Si tratta di una delle casistiche più ampie a livello nazionale che poggia sullo sforzo congiunto di tutto il personale sanitario e tecnico di sala operatoria e dei reparti dove i pazienti vengono preparati e seguiti dopo l’intervento. 

Fonte: www.ospedaleniguarda.it

Tags: