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Alzheimer: le variabili importanti nella scelta della badante

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Silvia Farina 8 Novembre 2021
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Tra i criteri di scelta di una badante, soprattutto in presenza di Alzheimer o demenza, è molto importante identificare le esperienze pregresse e dare loro il giusto peso, in particolar modo mettendo in luce l’esperienza domiciliare rispetto a quella in struttura.

La semplice badante o assistente famigliare spesso non possiede qualifiche professionali senza le quali è impossibile accedere alla struttura.
In quel caso suggerisco di mettere in evidenza:

1.      quanto tempo è durata l’esperienza presso una stessa famiglia: ottimo indicatore di un rapporto durato positivamente nel tempo

2.       che impegno orario aveva in ogni incarico (saltuario, occasionale, part-time, full time, giorno, notti o convivenza): un’assistenza durata 3 anni ad una persona allettata, anche se con Alzheimer, non garantisce che la badante sia in grado di gestire le problematiche derivanti dalla stessa patologia che si manifestano durante il giorno in chi è iper-attivo e magari aggressivo; un’assistenza part-time, se pur di alcuni anni, ad una persona con Alzheimer non garantisce l’eventuale tenuta in regime di convivenza

3.       che tipo di fragilità avevano gli assistiti: è importante fare domande molto precise e circostanziate. Supportare una persona con deambulazione ridotta che pesa 50kg, è molto diverso dalla situazione di una persona di 90kg rigida e che ricorre al sollevatore

Se invece la scelta della badante ricade su una persona con qualifica professionale (oss, asa….) è fondamentale verificare che abbia avuto esperienze assistenziali a domicilio. La struttura infatti consente – in caso di imprevisto – di poter ricorrere ad un collega o un superiore in modo istantaneo, e non incentiva la costruzione di una relazione con gli assistiti perché in antitesi con le tempistiche imposte dalle procedure. Nel domicilio invece l’assistente deve saper gestire -da sola- situazioni impreviste, difficoltà relazionali con l’assistito e con i famigliari, orari flessibili, cure domestiche. Per quanto una qualifica professionale offra importanti competenze assistenziali tecniche, non garantisce la padronanza delle situazioni che si presentano al domicilio.

Silvia Farina
PROCURATORE D’AIUTO – Costruisco l’assistenza per le persone anziane

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