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Mal d’orecchie: attenzione ai bagni al mare!

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Redazione 27 Agosto 2019
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Tra i disturbi che più ci colpiscono nel corso della stagione estiva c’è purtroppo anche il mal di orecchie: si tratta di una vera e propria patologia, come ci spiegano gli specialisti dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria di Humanitas Castelli Bergamo.
Una situazione fastidiosa che trae la sua origine soprattutto, ma non solo, dalla lunga esposizione all’acqua e all’umido, situazioni in cui incorriamo con continuità quando ci troviamo a frequentare una piscina o durante le nostre vacanze al mare.

Che cos’è, nello specifico, l’otite esterna?

«L’otite esterna è un’infezione del condotto uditivo che può essere provocata da diversi tipi di batteri o funghi. Si sviluppa per lo più in adolescenti e giovani adulti che sono tra coloro che, maggiormente, espongono le orecchie a situazioni di umidità, dal momento che l’otite esterna si sviluppa particolarmente in presenza di frequenti o prolungate immersioni in acqua».

Quali sono le cause dello sviluppo dell’otite esterna?

«La prima causa sono i microorganismi infettivi che sono presenti nell’acqua e che entrano all’interno del condotto uditivo, provocando un’infezione. Ma il nuoto e l’esposizione ad ambienti umidi non sono le uniche condizioni che conducono allo sviluppo dell’otite esterna. Una causa frequente possono essere anche le azioni di pulizia delle orecchie effettuate con troppa energia e che provocano lesioni alla pelle del condotto uditivo, che è molto delicata e sottile. Se si lacera questa pelle – cosa ancor più probabile se per la pulizia si usano dei bastoncini di cotone o oggetti taglienti come fermagli o mollette – si può creare una soluzione di passaggio continuo e diretto di batteri e funghi all’interno dell’orecchio. L’otite esterna può essere poi conseguente a un’infezione dell’orecchio medio – la cosiddetta “otite media acuta” – o di malattie della pelle come le dermatiti eczematose. Possono esserne soggetti, inoltre, i soggetti immunodepressi e gli anziani con malattie croniche come il diabete e le patologie della microcircolazione».

Come si manifesta e quanto dura l’otite esterna?

«L’otite esterna si manifesta con il dolore all’orecchio, che può aumentare qualora il padiglione auricolare venga stirato o schiacciato. Il dolore può essere anticipato da un prurito nel canale uditivo o accompagnato da gonfiore e arrossamento sulla parte esterna e da una piccola perdita di pus verde-giallo. In alcuni casi può esserci anche un abbassamento dell’udito, qualora il passaggio del suono nell’orecchio venga bloccato dal gonfiore o dal pus. L’otite esterna generata dal contatto con l’acqua può svilupparsi qualche ora o anche alcuni giorni dopo l’immersione.Se trattate in modo adeguato – con l’immissione nell’orecchio di idonee gocce medicate – le otiti esterne più leggere possono risolversi in pochi giorni, senza lasciare delle conseguenze. Le infezioni più pesanti possono invece richiedere l’assunzione di medicinali per bocca per almeno 7-10 giorni. Nelle persone più anziane e nei diabetici l’otite esterna può occasionalmente regredire e complicarsi in otite esterna (maligna) necrotizzante, condizione clinica che deve essere tenuta sotto controllo, perché può essere potenzialmente pericolosa per la vita».

Quando ci si deve rivolgere a un medico?

«Qualora si avverta un dolore auricolare, un prurito fastidioso all’orecchio o una diminuzione dell’udito è sempre meglio rivolgersi al proprio medico curante. E quando vi sia una fuoriuscita di liquido dall’orecchio, specialmente se con presenza di sangue».

Per concludere: l’otite esterna può essere prevenuta?

«Possono essere osservate alcune precauzioni che diminuiscono le possibilità che l’otite esterna si sviluppi. Per prima cosa, durante il bagno o il nuoto è meglio evitare di fare entrare acqua nelle orecchie utilizzando dei tappi modellabili in silicone. È buona norma, poi, asciugare bene le orecchie con un asciugamano pulito. Infine, occorre tenere lontani dalle orecchie strumenti (come bastoncini di cotone, forcine per capelli, ecc.) che possono rappresentare un pericolo per le nostre delicate orecchie».

Fonte: www.clinicacastelli.it

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