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San Donato, primo intervento in Italia al cuore in endoscopia con tecnologia 3D

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Redazione 22 Settembre 2020
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Intervento record al Policlinico San Donato: è stato eseguito il primo intervento italiano di impianto di valvola mitrale in endoscopia con tecnologia 3D. Il paziente già in reparto dopo qualche ora di cure intensive.

Una plastica della valvola mitrale realizzata totalmente con l’endoscopia tridimensionale ad alta definizione, la più avanzata tecnologia esistente. Questo l’intervento record realizzato la scorsa settimana all’IRCCS Policlinico San Donato dall’équipe del dottor Marco Diena, responsabile della Cardiochirurgia Mininvasiva ed Endoscopica. 

Dopo qualche ora di cure intensive, il paziente, di 53 anni e allenatore di una squadra di calcio, è stato trasferito in reparto e già il giorno seguente l’operazione ha potuto muovere i primi passi in corsia. 

Il primo intervento italiano 

Si tratta del primo paziente italiano sottoposto all’intervento mediante l’utilizzo di questa torre endoscopica (Einstein Vision 3.0 con tecnologia FULL HD 3D, Aesculap AG) in cardiochirurgia

Per raggiungere la valvola mitrale all’interno del cuore, e completare l’intervento, sono stati sufficienti due fori e una piccola incisione, evitando così di aprire il torace con un divaricatore. 

Grazie all’uso di telecamere endoscopiche ad alta risoluzione 3D, infatti, il chirurgo ha la possibilità di vedere il campo operatorio all’interno del torace e delle cavità cardiache con la massima precisione e con una profondità di campo reale. 

Come funziona l’endoscopia 3D

L’endoscopio utilizzato è dotato di una doppia fila di lenti stereoscopiche e capta due differenti segnali ottici, ciascuno per ogni “occhio”, che vengono convertiti in segnali elettrici e inviati ad un monitor, proprio come farebbe il sistema occhio-cervello nella realtà. 

Attraverso l’uso degli occhiali di polarizzazione 3D, il chirurgo visualizza sullo schermo un’immagine magnificata, ricca di dettagli e di colori reali, oltre che percepire il senso della profondità.

Quando il cardiochirurgo batte il robot

“Se la precisione del robot chirurgico presenta diversi vantaggi in urologia, in cardiochirurgia è fondamentale anche la velocità dell’intervento – spiega il Dott. Diena -. Ridurre l’impatto della chirurgia sull’organismo (incisioni minime, minime perdite di sangue, ridotti tempi operatori) significa migliorare la prognosi e il decorso post-operatorio dei nostri pazienti. 

Tuttavia se il robot chirurgico è in grado di riprodurre i movimenti delle mani del chirurgo seduto a una consolle, un chirurgo esperto, con la nuova tecnologia 3D, è più veloce e può sommare la sua stessa unica abilità manuale a un campo operatorio reso perfettamente visibile tutto a beneficio del paziente. 

Ci avviamo sempre di più verso interventi meno invasivi grazie alla tecnologia, ma in cui resta incomparabile il grande valore dell’esperienza e del training del chirurgo.”

Il dottor Marco Diena è stato il primo cardiochirurgo in Italia, nel 1998, ad eseguire un bypass coronarico videoassistito (con l’ausilio dell’endoscopio) e nel 2001 ha realizzato alcuni interventi al cuore con il robot daVinci, attualmente in dotazione nelle sale operatorie del Policlinico San Donato.

L’insufficienza della valvola mitrale e l’intervento di riparazione

L’intervento di riparazione con endoscopia 3D è stato realizzato per trattare l’insufficienza della valvola mitrale, una delle malattie cardiache più frequenti, tra le prime cause di ricorso alla cardiochirurgia nei pazienti tra i 40 e i 60 anni.

È dovuta a una degenerazione dei tessuti valvolari e delle corde tendinee che mantengono i due lembi della valvola nella loro posizione corretta. La compromissione della valvola determina, a ogni contrazione del cuore, un reflusso patologico di sangue dal ventricolo all’atrio sinistro, per cui il cuore è sottoposto a uno sforzo continuo che porta l’intero muscolo a dilatarsi e a sviluppare aritmie caotiche, come la fibrillazione atriale, o aritmie ventricolari potenzialmente letali. Se la fibrillazione atriale non viene trattata si possono formare dei trombi ed embolizzare anche al cervello. 

Se l’insufficienza mitralica è severa,è indicato l’intervento chirurgico di riparazione (plastica) valvolare, con risultati molto superiori alla sostituzione con valvola protesica, quest’ultima associata a un maggior numero di complicanze e a terapie mediche associate. 

Fonte: www.grupposandonato.it

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