Coronavirus cinese: perchè gli antibiotici non servono
Il conto delle vittime provocate dal Coronavirus proveniente dalla Cina (ne abbiamo parlato QUI) è ufficialmente salito a migliaia di persone e molto numerosi sono i casi di contagi in tutto il mondo, Italia ormai compresa: per contrastare il diffondersi dell’epidemia però non serve a nulla assumere antibiotici, il cui obiettivo è contrastare i batteri (e non i virus) e il cui abuso può portare a farmaco-resistenza.
Scopriamo allora a cosa servono gli antibiotici e come possiamo difenderci dalle infezioni.
“La prima regola degli antibiotici è cercare di non usarli, la seconda è cercare di non usarne troppi”. Così si esprimeva Paul L. Marino, autore di uno dei testi di medicina più diffusi negli USA, nel suo manuale. I rischi derivanti dall’uso disinvolto di questi medicinali sono estremamente gravi per la salute individuale e pubblica.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ripetutamente lanciato l’allarme, diffondendo alcune linee guida per medici e popolazione. La raccomandazione principale per i cittadini è lavarsi spesso le mani per prevenire le infezioni, oltre a fare uso di questi farmaci solo nei casi strettamente necessari, evitando l’auto-prescrizione.
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Una volta iniziata la terapia, inoltre, è necessario portarla a termini in maniera scrupolosa e rispettando gli orari. Un aiuto può venire dai medici, che devono indicare gli orari di assunzione in maniera precisa (“ogni 8 ore” invece di “3 volte al giorno”).
Ma la responsabilità della farmaco-resistenza non è solo della popolazione. Tra le cause, anche l’utilizzo intensivo di antibiotici in agricoltura e negli allevamenti intensivi: molecole che poi finiscono nella carne e nel latte, rendendo molto più difficile controllare il problema.
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