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Batteri resistenti agli antibiotici: l’Italia è il paese più a rischio

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Redazione 27 Ottobre 2018

La cronaca è piena di casi di infezioni ospedaliere causate da batteri antibiotico-resistenti. L’Italia è tristemente tra le nazioni più a rischio: “è il paese europeo in cui questo problema è più diffuso e più importante” afferma Andrea Gori, direttore delle Malattie Infettive al Policlinico di Milano, in un articolo presente sul sito della struttura.

I batteri hanno una naturale predisposizione ad adattarsi e a mutare, la guerra contro di loro proprio per questo non può mai dirsi vinta e vede coinvolti gli immunologi di tutto il mondo.
Più si utilizzano gli antibiotici, più si stimolano queste mutazioni. Una cattiva gestione di questi ultimi e l’utilizzo eccessivo accentuano quindi il problema. Ne abbiamo parlato di recente sia per gli allevamenti intensivi di pollo che per l’utilizzo su umani. “Alcuni pazienti sono colonizzati con questi patogeni, ed è di solito personale medico e paramedico che crea situazioni di epidemia nei reparti perché non osserva comportamenti corretti, come il lavaggio delle mani“.

Lo sviluppo di batteri che danno luogo a infezioni farmaco-resistenti definite in gergo Amr (Antimicrobial Resistance Infections) ha reso pericolose malattie che fino a pochi anni fa sembravano del tutto controllabili. Batteri come l’Escherichia Coli, la Klebsiella Pneumoniae e lo Staphylococcus Aureus hanno sviluppato modificazioni che li mettono in grado di contrastare l’azione dei farmaci: chi si ammala, di conseguenza, si trova nella quasi impossibilità di essere curato.

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