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Batteri antibiotico-resistenti nel 63% del pollo in vendita

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Camilla Retagli 20 Agosto 2018
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Quanti antibiotici assumiamo? Quelli che prendiamo nel momento in cui ci ammaliamo, risponderebbero i più. Sbagliato. Assumiamo anche quelli che si trovano nel piatto. Un’indagine di qualche tempo fa della rivista Altroconsumo, da sempre attenta alla salute pubblica, ha scoperto che nel 63% dei campioni di petto di pollo testati si trovano batteri di Escherichia coli farmaco-resistenti: significa che si tratta di organismi che si sono evoluti in maniera tale da non essere debellati dai medicinali.

Per questo la carne di pollo va sempre cotta prima di essere mangiata.

Il processo è quello della selezione naturale di Darwin: un ceppo più resistente sopravvive alle medicine, si riproduce e si diffonde. Le conseguenze per la salute pubblica possono essere disastrose, in quanto l’arma migliore che abbiamo per sconfiggere numerose patologie ormai praticamente debellate sono proprio gli antibiotici.

Leggi anche – Antibiotici: se ne abusi non servono più

L’indagine ha riguardato 40 campioni di carne di pollo acquistati tra Roma Milano. Ma l’Italia è in “buona” compagnia: un’indagine simile svolta in Portogallo ha riportato come esito l’85% dei campioni positivi, contro l’83% del Belgio e il 76% della Spagna.

La rivista ha organizzato una campagna mail per sensibilizzare gli allevatori: con questi dati, il problema è sicuramente del settore nel suo insieme.

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