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Sepsi: domenica sarà la giornata mondiale. Ecco perché è importante conoscerla

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Redazione 11 Settembre 2020
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La sepsi è definita come “disfunzione d’organo pericolosa per la vita, causata da una risposta disregolata dell’organismo ad un’infezione”. Insomma, si tratta di una infiammazione causata dal corpo in risposta ad una infezione, che in potenza può finire per creare danni ancora più ingenti dell’infezione stessa.

Malattia sconosciuta ai più anche se è molto comune e soprattutto grave, ha una mortalità cinque volte più alta dell’ictus e dieci volte superiore a quella dell’infarto. Anche per questo gli esperti di tutto il globo hanno indetto per il 13 settembre la Giornata Mondiale della Sepsi: un’occasione per riflettere, aumentare la consapevolezza della popolazione, migliorare la gestione dei pazienti.La sepsi rappresenta infatti una vera e propria emergenza medica e, come tale, richiede un intervento immediato: in base ai dati correnti pubblicati da studi internazionali, si può stimare che ogni anno in Regione Lombardia si verifichino dai 15.000 ai 24.000 casi di sepsi (incidenza 1,5- 2,4/1000) e da 5.000 a 9.500 casi di sepsi severa (incidenza 0,5-0,95/1000), con una mortalità annua compresa fra i 1.000 e 2.000 decessi per sepsi grave/shock settico, con evoluzione verso stadi gravi ed irreversibili in ore (circa il 30% dei pazienti evolve in shock settico nell’arco di 24 ore). 

In analogia a quadri clinici quali l’infarto del miocardio e l’ictus, anche la sepsi va considerata una patologia tempo dipendente ed è raccomandato che gli ospedali possiedano un programma di miglioramento della performance per la sepsi, tra i quali strumenti di screening per l’identificazione della sepsi nei malati acuti e con patologie ad alto rischio (esami colturali microbiologici di routine incluse le emocolture)  prima dell’inizio della terapia antibiotica, entro l’ora dal sospetto clinico.In seguito all’introduzione delle Linee Guida della “Surviving Sepsis Campaign: International Guidelines for Management of Sepsis and Septic Shock 2016” la

Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo ha aderito nel 2009 come Comitato Infezioni Ospedaliere al gruppo regionale di miglioramento per il riconoscimento precoce, la diagnosi ed il trattamento dei casi sospetti, fin dal primo accesso in Ospedale.


I piani regionali di risk management prevedono, da anni, di dare seguito ed implementare in tutti gli ambiti assistenziali (adulto, ostetrico, materno infantile e pediatrico) puntuali e sistematiche azioni di miglioramento per favorire il riconoscimento precoce e la gestione della patologia. Nel corso degli anni sono stati recepiti e redatti da gruppi di lavoro che hanno coinvolto gli specialisti il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale per l’identificazione e il trattamento iniziale della sepsi nell’adulto (PDTA 22 -Riconoscimento precoce e trattamento iniziale della sepsi e shock settico nell’adulto) ed il PDTA 45 Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale per l’identificazione e il trattamento iniziale della sepsi in ostetricia, dedicato all’identificazione della sepsi materna, condizione pericolosa per la vita, causata da un’infezione insorta in gravidanza, durante il parto, a seguito di aborto o nel periodo post-natale. 

La UOC Microbiologia e Virologia della Fondazione ha messo a punto un percorso innovativo dedicato ai pazienti con sepsi grave e shock settico che consente la processazione in urgenza delle emocolture h 24 e sette giorni su sette. Mediante l’utilizzo di tecnologie di ultima generazione quali la spettrometria di massa e tecniche molecolari il microbiologo è in grado in circa 1 ora di fornire l’identificazione e la sensibilità agli antibiotici del microrganismo responsabile della sepsi. Il modello organizzativo e le innovazioni tecnologiche permettono pertanto di gestire tempestivamente gli accertamenti che consentono al clinico di impostare una terapia mirata migliorando così la prognosi dei pazienti. 

Fonte: comunicato stampa San Matteo Pavia

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