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Aeroporto di Orio al Serio: quali effetti ha sulla popolazione?

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Redazione 27 Novembre 2018
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La ATS Bergamo ha analizzato i dati del periodo 2012-2017 per verificare l’impatto sulla salute dei cittadini residenti dell’aeroporto di Orio al Serio. I primi risultati mostrano come non siano emerse differenze di incidenza e mortalità dell’area di studio. Lo stesso vale per le ospedalizzazioni per causa specifica, confermando i dati dello studio sul periodo precedente. L’unico dato “fuori norma” è la maggior prescrizione di farmaci ansiolitici e antidepressivi per gli anni 2012 e 2013.

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Segue comunicato

Non emerge alcun danno sulla salute dovuto all’impatto ambientale dell’attività dell’Aeroporto il “Caravaggio” di Orio al Serio. Questo è quanto emerge dall’analisi “Monitoraggio dello stato di salute della popolazione residente nei comuni adiacenti all’aeroporto di Orio al Serio” i cui risultati sono stati presentati da Ats Bergamo ai sindaci dei Comuni e ai presidenti dei comitati e delle associazioni del territorio adiacenti all’aeroporto.

L’attività di monitoraggio proseguirà e Ats Bergamo ha proposto l’attivazione di studi di epidemiologia analitica che possano valutare l’effetto dell’attività aeroportuale sulla popolazione residente nell’area esposta, con particolare attenzione alle fasce di età più suscettibili, come bambini e anziani. Infine, a fronte della modificazione dei volumi e delle rotte dell’attività aeroportuale, Ats Bergamo chiederà agli enti preposti di rivalutare le mappe di esposizione al rumore e, su tale base, procederà al nuovo monitoraggio degli eventi sanitari.

Il monitoraggio è stato realizzato rapportando lo stato di salute degli abitanti dei comuni interessati dalle rotte dell’aeroporto a quello dei cittadini bergamaschi che risiedono in altre zone della provincia ed è stato articolato in tre momenti: lo studio epidemiologico preliminare che ha identificato l’incidenza e la mortalità dei principali gruppi di patologie, con particolare attenzione alle cause oncologiche; lo studio epidemiologico finalizzato a valutare il consumo di alcune categorie di farmaci; lo studio delle ospedalizzazioni per causa specifica.

Nel periodo analizzato, ovvero tra il 2012 e il 2017, non sono emerse differenze di incidenza e mortalità dell’area di studio e lo stesso vale per le ospedalizzazioni per causa specifica. I risultati confermano quanto già emerso con lo studio epidemiologico relativo al periodo 2006-2011.

Un discorso a parte merita la prescrizione di farmaci. Per quanto riguarda i farmaci del gruppo A, ovvero i farmaci prescritti per disturbi correlati all’acidità gastrica, in passato veniva evidenziato un eccesso di prescrizione di tali farmaci nell’area di studio rispetto al resto della provincia (l’eccesso variava tra il 9,0 e l’11,7% nelle donne e tra il 5,0 ed il 7,5% negli uomini, nel corso del periodo 2006-2011), nel monitoraggio in oggetto, invece, tale eccesso non emerge più: non ci sono differenze nelle prescrizioni di farmaci A nel periodo 2012 – 2017 tra chi abita nella zona di studio e la restante provincia di Bergamo.

Per i farmaci del gruppo N, ossia ansiolitici, ipnotici e sedativi e antidepressivi si conferma il moderato eccesso di prescrizioni solo per i primi due anni di osservazione.

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