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Policlinico, epatiti e tumori: studi su come impostare le terapie migliori

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Redazione 27 Agosto 2020
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Il carcinoma epatocellulare (tumore del fegato) è la principale causa di morte nei pazienti con un’epatite cronica o con cirrosi epatica: proprio su questo tumore si sono concentrati due studi scientifici internazionali, pubblicati entrambi sul Journal of Hepatology e con il contributo degli esperti epatologi del Policlinico di Milano, guidati da Pietro Lampertico.

Il primo studio ha messo a confronto l’efficacia di due farmaci (tenofovir disoproxil fumarato, o TDF ed entecavir, ETV) utilizzati per trattare pazienti con epatite B cronica. I pazienti curati con TDF, in particolare, secondo studi precedenti sembravano meno esposti a sviluppare il carcinoma epatocellulare: un risultato, però, che non era stato finora stabilito con sufficiente chiarezza. La nuova ricerca ha quindi analizzato circa 2mila pazienti con epatite B cronica o cirrosi HBV, circa metà dei quali era in trattamento con TDF e la restante parte con ETV. I risultati hanno stabilito che entrambi i farmaci sono associati a risultati molto simili: sia per la riduzione del rischio di sviluppare il carcinoma epatocellulare, sia dal punto di vista della remissione virale e biochimica, sia per la perdita di antigene HBsAg, e pure per i tassi di morte o di necessità di un trapianto. Unica differenza tra i due trattamenti, ha confermato lo studio, la si è vista nei pazienti trattati con TDF, nei quali era più frequente che l’eventuale cirrosi regredisse a distanza di 5 anni dalla diagnosi.

Il secondo studio, invece, ha studiato oltre 17mila pazienti con epatite cronica o cirrosi da eziologie diverse per elaborare un apposito ‘risk score’, ovvero una formula capace di prevedere il rischio di sviluppare nel tempo anche il carcinoma epatocellulare. Questo nuovo score è chiamato aMAP e utilizza 5 parametri oggettivi (età, sesso maschile, valori di albumina e bilirubina, quantità di piastrine) per assegnare a ciascun paziente un punteggio da 0 a 100: più il punteggio è alto, più è probabile che la persona con epatite cronica o cirrosi sviluppi anche il tumore. Secondo i ricercatori, “aMAP riesce a discriminare e a calibrare in modo eccellente il rischio a 5 anni di sviluppare l’epatocarcinoma, indipendentemente dall’eziologia e dall’etnia del paziente esaminato”. Un dato senz’altro importante per impostare la terapia migliore e per identificare i pazienti a rischio di sviluppo di epatocarcinoma allo scopo non solo di migliorarne la prognosi ed il trattamento ma anche di ottimizzare le risorse economiche a disposizione.


Similar risk of hepatocellular carcinoma during long-term entecavir or tenofovir therapy in Caucasian patients with chronic hepatitis B

aMAP risk score predicts hepatocellular carcinoma development in patients with chronic hepatitis

Fonte: www.policlinico.mi.it

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