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Welfare, Moratti posa prima pietra del ‘Proton center’ allo IEO

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Redazione 27 Maggio 2021
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La vicepresidente e assessore al Welfare di Regione LombardiaLetizia Moratti, la mattina di mercoledì 26 maggio, ha posato la prima pietra del Proton center all’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di via Ripamonti a Milano.

“Un innovativo Centro per la terapia con protoni – spiega Letizia Moratti – che aprirà le porte nel 2023 per offrire ai pazienti oncologici la forma tecnologicamente più avanzata di radioterapia ad alta precisione. L’iniziativa è parte di un progetto di espansione che prevede nuovi edifici e una distribuzione funzionale degli spazi”.

“Lo Ieo – aggiunge l’assessore al Welfare – ha retto l’urto Covid, che ha colpito la sanità lombarda e italiana. Le prestazioni necessarie sono state garantite per tutti pazienti e l’investimento in ricerca e nuove terapie non si è mai fermato, come dimostra la giornata di oggi”.

Mantenuto il livello degli interventi

La diminuzione complessiva del 20% del volume di attività Ieo infatti è interamente a carico delle prestazioni per pazienti extraregionali, con un incremento invece di quelle regionali.

Secondo il 13° Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, infatti, nel 2020 l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Ircss) Ieo ha effettuato circa 13.000 interventi chirurgici, con una riduzione di circa il 14% rispetto al 2019, in uno scenario nazionale in cui la riduzione media degli interventi è stata del 50%.
Le visite specialistiche sono state 140.386, rispetto alle 192.800 del 2019, a fronte della chiusura di due mesi degli ambulatori e di 2,5 milioni di esami di screening non eseguiti in Italia.

Bene il piano ‘hub and spoke’

“A livello regionale – aggiunge la vicepresidente – il piano ‘hub and spoke’ ha funzionato: nel 2020 Ieo ha eseguito come hub oncologico 371 interventi chirurgici, a cui si aggiungono i 120 effettuati nel 2021 ad oggi. L’Istituto inoltre ha messo a disposizione degli altri ospedali lombardi sale operatorie, terapia intensiva, radioterapia e stanze di degenza”.

Prevenzione Covid, modello safe

A questa attività l’Istituto europeo di oncologia ha associato un’opera di prevenzione del contagio che ha messo in sicurezza l’ospedale ed evitato il diffondersi di focolai interni.

“Superata la prima fase dell’emergenza – precisa Letizia Moratti – Ieo ha potenziato il modello Covid safe. Si è dotato di un laboratorio Covid, autorizzato da Regione Lombardia. Vi si effettuano tamponi e test sierologici a pazienti e dipendenti, su cui sta monitorando la durata dell’immunità vaccinale. Ha ampliato inoltre le aree di attesa a disposizione di pazienti e accompagnatori, con una variazione delle pareti interne e una tensostruttura che ha raddoppiato gli spazi e garantito il distanziamento sociale”. Tensostruttura oggi utilizzata anche come centro vaccinale per i pazienti estremamente vulnerabili.

Ricerca all’avanguardia e pubblicazioni

Nell’Istituto le attività di ricerca hanno prodotto l’anno scorso il numero più alto di pubblicazioni: 730. Con un valore di Impact factor mai raggiunto prima, oltre 5.260 punti.

“Dal punto di vista della ricerca scientifica – aggiunge l’assessore – nell’ultimo anno allo Ieo sono stati attivati 135 nuovi Clinical trial. Inoltre sono 624 le sperimentazioni cliniche attive in corso, con oltre 7.000 pazienti”.

Ieo offre inoltre ai pazienti la possibilità di accedere a farmaci altrimenti non disponibili, realizzando una medicina di precisione e personalizzata. Grazie anche alla crescente attività del ‘Molecular tumor board’ e ai programmi di profilazione genomica e molecolare.

Innovazione e aggiornamento tecnologico trasversale

Parallelamente l’impegno di Ieo nell’innovazione e nell’aggiornamento tecnologico non si è mai fermato. Lo sviluppo è trasversale a tutte le aree. Dalla diagnostica, potenziata con nuove Tac e Tac-Pet, a una nuova Anatomia patologica. Dalla ricerca, dove sono state create nuove infrastrutture riconvertendo dei laboratori agli studi Covid, fino alla terapia. Presto si avvarrà delle terapie cellulari con Car-T ed entro due anni, appunto, dei protoni.

Sarà il primo Ircss in Italia a offrire la cura ‘salva vita’

“Ieo – conclude la vicepresidente – sarà così il primo Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Ircss) in Italia a offrire ai pazienti una cura salvavita, che nei Paesi avanzati è già ampiamente disponibile”.

Ogni anno si stima infatti che siano 7.000 i pazienti oncologici in Italia che potrebbero avere beneficio dal trattamento con protoni. Sono Pavia, Trento e Catania quest’ultimo solo per il trattamento del melanoma oculare. Ma la loro capacità attuale non supera i 1.000 pazienti l’anno. Il che costringe i malati a recarsi all’estero alla ricerca di una speranza. O a rinunciare alla cura.

Fonte: www.lombardianotizie.online

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