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ASST Monza, precisazioni sull’articolo “Una notte di attesa sotto la tenda per avere notizie di un ricoverato”

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Redazione 30 Luglio 2020
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La Direzione del San Gerardo di Monza, a seguito della pubblicazione dell’articolo su Il Giorno Monza Brianza, lunedì 27 luglio a pag. 34, dal titolo “Una notte di attesa sotto la tenda per avere notizie di un ricoverato” ritiene utile, ai fini di una equilibrata ed imparziale ricostruzione dei fatti a vantaggio di una informazione completa per i cittadini, specificare la propria ricostruzione della dinamica dell’accaduto.

Ecco il comunicato della struttura.

La signora di 79 anni è arrivata in Pronto Soccorso alle ore 1.31 di venerdì 24 luglio  e valutata in triage come “dolore toracico in Alzheimer”. Alla presa in carico il triagista ha avvisato le figlie che verranno tenute costantemente informate rispetto alle condizioni della madre da parte del personale medico e infermieristico, nel corso di tutte le fasi assistenziali e di cura. Si precisa peraltro che non viene in nessun momento richiesta la possibilità di accedere con la madre da parte delle figlie. Alla 1.40 la signora è stata visitata e contattata la figlia telefonicamente per raccogliere informazioni anamnestiche e terapeutiche. Alla 1.46 sono iniziati gli accertamenti diagnostici i cui esiti sono pervenuti alle 4.40 e risultati negativi. Il medico è uscito a parlare personalmente con le figlie aggiornandole rispetto alle condizioni della madre e agli esiti degli accertamenti effettuati, informandole contestualmente anche della esigenza di ripetere nuovamente, come da procedura, il profilo cardiaco, al fine di escludere, oltre ogni ragionevole dubbio qualsiasi situazione di pericolo. La paziente pur essendo malata di Alzheimer è rimasta tranquilla durante tutto il periodo di osservazione, riscontrandola sempre serena e a suo agio nonostante l’assenza dei famigliari.

Alle 9.35 del giorno dopo è stata dimessa una volta effettuati ulteriori accertamenti e di nuovo è stata contatta telefonicamente la figlia per informarla personalmente dell’esito complessivo delle indagini e anticipandole le raccomandazioni terapeutiche indicate alla dimissione. È stato lasciato quindi libero spazio ad eventuali richieste di chiarimento da parte della figlia, che non ritiene però di porre alcuna domanda, né di vedere il medico personalmente.

Emerge quindi da parte di tutto il personale coinvolto un costante colloquio con i parenti avvenuto peraltro durante la notte per ben tre volte ed una celerità e scrupolosità nella procedura dovuta alle condizioni di fragilità della paziente.

Si ricorda che le procedure di sicurezza non consentono l’accesso ai familiari e la tenda è stata predisposta solo come ricovero di appoggio per i parenti che decidono di rimanere in attesa.

Fonte: comunicato ASST Monza

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