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Coronavirus: i comportamenti da adottare per un rientro sicuro dalle vacanze

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Redazione 2 Settembre 2020
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Come occorre comportarsi in un momento delicato come il rientro dalle ferie per evitare il diffondersi dell’epidemia da coronavirus? Ce lo spiega Massimo Puoti, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Niguarda.

Quali sono i luoghi e le situazioni che possono averci esposto a un rischio maggiore?

Innanzitutto, tutte le situazioni che ci hanno portato a una stretta vicinanza con persone a loro volta contatti di casi accertati.

Inoltre, vi sono alcune località estere che al momento hanno un’ampia circolazione del virus (Croazia, Grecia, Malta, Spagna, ecc.) per le quali sono previste specifiche misure obbligatorie per il rientro in Italia (vedi https://www.ospedaleniguarda.it/news/leggi/rientri-dallestero-in-italia-che-fare).

In generale, a prescindere dal luogo di soggiorno, deve porre particolare attenzione chi ha partecipato a eventi al chiuso (per più di mezz’ora) in cui la maggior parte delle persone era priva di mascherina e senza il distanziamento sociale.

Infine, si è parlato molto delle discoteche, perché? Il ballo e l’esercizio fisico, il canto e il parlare a voce elevata, la condivisione di bicchieri e cannucce possono facilitare notevolmente i contatti e, quindi, la diffusione del virus, soprattutto negli orari serali o notturni, quando viene meno l’azione positiva dei raggi ultravioletti che ne riducono la carica infettante.

Cosa possiamo dire sui mezzi di trasporto usati per andare in vacanza?

L’automobile, con il posto libero a fianco del guidatore e l’altra persona sul sedile posteriore, entrambi con mascherina, l’aria condizionata al minimo del flusso e la temperatura maggiore di 24° C, è il mezzo più sicuro.

Comportano, invece, un rischio intermedio i viaggi in aereo, in treno e in traghetto. In particolare quest’ultimo è più sicuro se il viaggio si è svolto in cabina con persone congiunte, o all’aperto nelle ore diurne, mentre aumenta il rischio se il viaggio è avvenuto nelle aree comuni con persone senza mascherina e senza distanziamento sociale, al chiuso o all’aperto in ore notturne.

Cosa dovrebbe fare chi ha avuto un’esposizione a rischio?

Ovviamente parlare con il proprio medico di medicina generale e valutare se svolgere accertamenti diagnostici.

Nell’attesa, evitare di entrare in contatto con persone fragili o sopra i 40-45 anni.

Se possibile praticare lo smartworkingnon frequentare luoghi affollati o prendere mezzi di trasporto pubblici.

Indossare sempre la mascherina chirurgica, anche all’aperto, e mantenere una distanza maggiore di un metro e mezzo dalle altre persone.

Lavarsi frequentemente le manicontrollare ogni giorno la temperatura corporea e la comparsa di sintomi come tosse, affaticamento respiratorio, raffreddore oppure l’alterazione dell’odorato o del gusto.

Lasciata l’estate, ci apprestiamo a entrare in autunno. Quali sono i primi suggerimenti?

Oltre a rispettare sempre tutte le misure di prevenzione, per il prossimo futuro è importante fare la vaccinazione anti-influenzale e, per tutti i soggetti che hanno l’indicazione, la vaccinazione anti-pneumococcica.

Riducendo la circolazione del virus influenzale, si aiutano ospedali, Pronto Soccorso e medici di medicina generale a effettuare l’eventuale diagnosi di COVID-19 più velocemente (l’influenza entra nella diagnostica differenziale con le infezioni da coronavirus).

Esistono poi evidenze scientifiche che indicano che aver fatto un’influenza, o aver contratto lo pneumococco, può peggiorare nell’immediato l’infezione da coronavirus.

Fonte: www.ospedaleniguarda.it

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