Pap test: cos’è, a cosa serve, quando e come farlo
Il pap test è un esame che accerta la presenza di eventuali anomalie cellulari all’interno dell’utero, un semplice esame di screening con cui è possibile controllare l’insorgenza del tumore del collo dell’utero e prevenirne lo sviluppo: il Dott. Claudio Paganotti, specialista ginecologo dell’Istituto Clinico Città di Brescia, ci spiega cos’è e quando e come farlo.
Quando farlo
“Il pap-test – ci spiega il Dott. Paganotti – è un esame di screening, semplice e di facile esecuzione, che generalmente viene proposto a tutte le donne in un range d’età compreso tra i 25 e i 65 anni.
È consigliabile, comunque, anche:
- alle pazienti più giovani nel momento in cui intraprendono i primi rapporti sessuali;
- alle donne in dolce attesa;
- alle donne in menopausa”.
Come si fa
Il test viene eseguito durante una normale visita ginecologica dallo specialista.
“Non c’è bisogno di una preparazione particolare – afferma il Dott. Paganotti – . Tramite un piccolo strumento, una piccola spatolina chiamata speculum, si preleva il materiale presente sulla cervice uterina allo scopo di strisciarlo su un vetrino e farlo analizzare al microscopio dal laboratorio.
Si tratta di un procedimento rapido ed indolore: nella peggiore delle ipotesi può arrecare un piccolo fastidio in chi è più suscettibile”.
A cosa serve
Il pap test ha lo scopo di:
- accertare eventuali alterazioni delle cellule del collo dell’utero prima che diventino cancerose;
- segnalare l’eventuale presenza di infezioni di origine batterica, micotica o virale.
Ma non solo: grazie all’esecuzione del pap test è possibile individuare anche i condilomi, ossia piccole escrescenze benigne non rilevabili a occhio nudo.
I risultati
“L’esito di questo test – prosegue il ginecologo – è classificato con diversi sistemi ma il più usato nel nostro Paese è il sistema di Bethesda secondo cui è possibile conseguire i seguenti risultati:
- nei limiti della norma: l’esame è negativo, le cellule sono normali e non c’è l’esigenza di ricorrere ad alcun trattamento;
- alterazioni cellulari benigne: presenza di cellule alterate ma non di origine tumorale bensì di natura infettiva (batteri, funghi o virus) o reattiva (infiammazione, atrofia, particolari terapie, presenza della spirale);
- atipie cellulari: l’esame mostra la presenza di cellule alterate la cui evoluzione, non essendo prevedibile, potrebbe essere la spia di uno stadio tumorale precoce del collo dell’utero”.
Le cellule atipiche
Quando il pap test rileva delle cellule atipiche, cioè quando si è in presenza di una modificazione cellulare, a prescindere dalla sua natura (morfologica, chimica o di comportamento), si parla di atipia cellulare.
Il dott. Paganotti spiega: “Le atipie si distinguono in lesioni intraepiteliali squamose di:
- basso grado, come quelle prodotte dal papillomavirus umano o da patologie lievi;
- alto grado, che potrebbero sottintendere la presenza di lesioni istologiche”.
Attendibilità dei risultati
“Il pap test – conclude il Dott. Paganotti – può risultare non attendibile nel 10% dei casi quando:
- il prelievo è insufficiente;
- è limitato da alcuni fattori come sangue e muco o condizionato da un’errata esecuzione.
Per scongiurare questa ipotesi, la ripetizione di questo esame ad intervalli regolari esclude gli eventuali falsi negativi”.
Fonte: www.grupposandonato.it