Cremona, paziente operato al cervello da sveglio mentre dipinge
All’Ospedale di Cremona, per la prima volta dopo l’emergenza Covid-19, è stato eseguito un intervento di neurochirurgia al cervello su un paziente sveglio: durante l’operazione ha dipinto un quadro.
Primo intervento di chirurgia da sveglio, dopo l’emergenza Covid-19. “E’ un giorno importante per l’Ospedale di Cremona e per tutta l’ASST – spiega Giuseppe Rossi (Direttore Generale). Stiamo riorganizzando le attività e le nostre strutture stanno progressivamente ritrovando la loro operatività. La chirurgia da sveglio è un punto di forza per la nostra azienda; sapere che questa attività super specialistica possa riprendere è una ottima notizia, una sorta di rinascita. Non dimentichiamo che le sale operatorie, sino a qualche settimana fa, erano convertite a terapia intensiva per la cura dei pazienti con infezione da coronavirus”.
La chirurgia da sveglio – metodica impiegata dall’equide di Neurochirurgia – è super specialistica; viene applicata per il trattamento delle aree critiche del cervello (linguaggio, movimento, ecc) e vede il paziente collaborante durante la seduta operatoria. Lo scopo è quello di valutare in diretta gli esiti dell’azione del neurochirurgo e ridurre al minimo i rischi dell’intervento stesso. “Dopo l’emergenza Covid, tornare in sala operatoria per un intervento ad alta complessità utilizzando della chirurgia da sveglio – spiega Antonio Fioravanti (Direttore dell’UO di Neurochirurgia dell’Ospedale di Cremona) è una soddisfazione professionale e anche una grande emozione”.
“Insieme alla mia equipe, abbiamo asportato un tumore cerebrale (Glioma) in paziente sveglio e cosciente. L’intervento, esclusa la preparazione è durato poco più di due ore. Il signor Osvaldo – un uomo di poco più di sessant’anni – è ambidestro. La scelta di utilizzare questa tecnica è stata finalizzata alla possibilità di verificare in corso di intervento le funzionalità del linguaggio, del movimento e abilità cognitive – precisa Fioravanti. Osvaldo, in fase di valutazione, ha mostrato le caratteristiche cliniche e psicologiche per sostenere un tipo di intervento come questo”.
“Durante i colloqui preparatori – continua Fioravanti – ho scoperto la passione di Osvaldo, ossia la pittura e ho appreso la sua preoccupazione per l’eventuale perdita di questa abilità artistica per lui di fondamentale importanza. Ecco che, durante l’intervento, per verificare che le funzioni del linguaggio e del movimento rimanessero integre, abbiamo scelto insieme di fare la prova del disegno. Mentre io operavo lui disegnava. Vedevo le nostre mani allineate e impegnate contemporaneamente su fronti diversi. E’ un’immagine che non scorderò facilmente. Il risultato è un bellissimo paesaggio con un grande albero che – per l’Ospedale di Cremona – rappresenta il simbolo della rinascita”.
“Nella prima parte dell’intervento, il paziente è stato sottoposto ad anestesia e svegliato durante l’asportazione del tumore. Questo ci ha consentito di interagire con lui, chiedergli di parlare e addirittura disegnare in modo da poter controllare nell’immediato la comparsa di eventuali deficit”.
“Questo intervento ha precisato Fioravanti – è stato un lavoro di squadra che ha visto coinvolti chirurghi, anestesisti, neurologi, neurofisiologi, infermieri, tecnici di neurofisiopatologia, neuroradiologi e la neuropsicologa. Il lavoro d’équipe è stato eccellente. In sala con me erano presenti Alessandro Morandini e Emanuela Catenacci (Neurochirurghi), Elena Grappa (Neuro Anestesista), Sara Subacchi (Neuropsicologa), Sara Longinotti (Tecnico di Neurofisiopatologia), Claudia Dilda e Marina Cusumano (Infermiere strumentiste), Valeria Raggio e Antonella Bassanetti (Infermiere gruppo operatorio).
“Un grosso aiuto è fornito dalla tecnologia – continua Fioravanti – stamattina abbiamo utilizzato in modo polivalente la tecnica della fluorescenza (che serve a evidenziare le cellule tumorali), il neuro navigatore e il monitoraggio neurofisiologico. Tutto questo fa sì che la Neurochirurgia di Cremona sia un Centro di valore nel panorama regionale e nazionale”. Oscar ha accettato di effettuare l’intervento con questa metodica che richiede un buon equilibrio psicologico: “Certo avevo un po’ di preoccupazione, afferma -, ma i medici e gli infermieri mi hanno saputo infondere fiducia e tranquillità sin dall’inizio. Sono arrivato in reparto con il mio inseparabile album e i colori. Il disegno e la pittura sono la mia passione, conservare questa abilità è molto importante per me”.
“Disegnare in sala operatoria, durante l’intervento è stato surreale, ma rilassante. Mi ha aiutato a distogliere il pensiero da quello che stava accadendo e a concentrarmi sulla natura. Per questo ho scelto di disegnare un paesaggio con i pastelli acquerellabili: mi ha fatto stare bene, e con l’immaginazione, per un po’ di minuti, sono uscito dall’ospedale. Il disegno non è finito. Lo completerò appena possibile. Lo lascerò in reparto in segno di riconoscenza”.
Antonio Fioravanti è a Cremona dall’agosto 2018. Ha al suo attivo più di cinquemila interventi. Vanta una notevole esperienza in chirurgia maturata presso la Neurochirurgia dell’Ospedale Bellaria di Bologna, attraverso una complessa e numerosa casistica di interventi per patologie neoplastiche, vascolari e spinali. Fra le sue specialità la chirurgia per le neoplasie del basicranio, tumori complessi della fossa cranica anteriore e posteriore come meningiomi e neurinomi. Fioravanti durante il suo percorso professionale, ha affinato abilità tecnico-chirurgiche altamente specialistiche: sempre in campo oncologico ha applicato tecniche innovative quali awakesurgery (chirurgia da svegli) e chirurgia guidata con fluorescenza.
Fonte: www.asst-cremona.it