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BioCor: la biobanca cardiovascolare del Policlinico San Donato per il futuro della ricerca

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Redazione 28 Luglio 2020
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Durante l’emergenza COVID la biobanca del Policlinico San Donato ha contribuito significativamente agli studi sugli effetti cardiovascolari del SARS-CoV-2. Vediamo insieme cos’è BioCor e quali sono gli obiettivi della ricerca scientifica.

BioCor è il nome della biobanca cardiovascolare attiva da inizio 2019 all’IRCCS Policlinico San Donato. Un progetto molto ambizioso, avviato con un finanziamento del Ministero della Salute, in cui ha sede il futuro della ricerca scientifica: passare dal concetto di medicina tradizionale e quello di medicina di precisione, sviluppando diagnosi e cure sempre più personalizzate

Anche durante l’epidemia di COVID-19, che ha stravolto l’attività clinica delle strutture ospedaliere, la ricerca non si è fermata. Medici e i ricercatori dell’IRCCS Policlinico San Donato hanno condotto numerosi progetti per indagare i vari aspetti della malattia COVID-19che hanno già dato origine a circa 30 studi scientifici pubblicati su importanti riviste internazionali. 

Partendo dalla profonda conoscenza ed esperienza in ambito cardiovascolare che risiede all’interno dell’Istituto, si sono studiate le ripercussioni che il virus SARS-CoV-2 ha su cuore e sistema circolatorio e le conseguenze della malattia sui pazienti affetti da malattie cardiovascolari, acquisite e congenite. Per poter realizzare queste ricerche, e continuare a studiare gli aspetti ancora poco noti della malattia, sono stati raccolti e stoccati nella nuova biobanca BioCor centinaia di campioni di pazienti COVID curati al Policlinico San Donato.

Il Prof. Corsi Romanelli, Direttore dell’Unità Operativa Complessa SMEL-1 di Patologia Clinica all’IRCCS Policlinico San Donato e Direttore di BioCor, e la Dott.ssa Rosanna Cardani, Responsabile di BioCor, ci spiegano quali sono gli obiettivi e come funziona una biobanca. 

A cosa serve una biobanca 

“La biobanca BioCor è la sede per poter convogliare tutto il materiale biologico che potrà essere importante per il futuro della ricerca in campo cardiovascolare – spiega il Prof. Corsi Romanelli -. Donando dei campioni biologici alla biobanca, che saranno oggetto di studi scientifici, diamo la possibilità a chi verrà dopo di noi di potersi curare meglio: tra 15 anni si potranno studiare questi campioni con nuove conoscenze e dare risposte a patologie che oggi non hanno cure.

È il nodo fondamentale che lega la medicina tradizionale a quella di precisione: la medicina su misura che permette, e permetterà sempre di più, di creare terapie ad hoc e di cercare nuovi marcatori di danno d’organo che porteranno a diagnosi personalizzate”. 

L’utilizzo della biobanca durante l’emergenza COVID-19

Durante l’emergenza COVID-19, la biobanca cardiologica si è trasformata in una biobanca Covid per la raccolta e lo stoccaggio di campioni biologici ottenuti da pazienti affetti da questa malattia. Sono stati raccolti 10.000 aliquote (porzione o parte di un campione biologico) di derivati del sangue, 200 campioni di urine e oltre 100 campioni di tessuto. 

Un patrimonio importante per lo sviluppo di progetti di ricerca che coniugano l’expertise in ambito cardiovascolare con le nuove conoscenze sul COVID-19, per comprendere in futuro: 

  •  il profilo di rischio dei pazienti affetti da malattie cardiovascolari e cardiometaboliche, nei quali la malattia si potrebbe presentare nella forma più aggressiva;
  •  gli effetti a lungo termine della malattia da SARS-CoV-2 sui pazienti cardiopatici: come l’organismo reagisce, quali precauzioni prendere e quali sono le conseguenze;
  • i trattamenti specifici a cui sottoporre i malati, secondo l’approccio della medicina personalizzata

Come funziona una biobanca 

Una biobanca è una struttura che raccoglie in maniera organizzata materiale biologico, che viene custodito, catalogato, trattato e utilizzato per la diagnosi e la ricerca scientifica. 

“In BioCor lavorano attualmente tre biologi, appositamente formati e dedicati esclusivamente a questa attività – racconta la Dott.ssa Cardani – . Raccogliamo: 

  • campioni di sangue periferico, da cui otteniamo plasma, siero e cellule;
  • campioni di urine, feci, saliva, tessuto, DNA, RNA e proteine. 

Il processo di biobancaggio 

Il processo di biobancaggio inizia con l’ottenimento del consenso da parte del paziente al prelievo del campione. Una volta prelevato, viene portato in biobanca dove viene anonimizzato tramite un codice. 

Si inizia poi la processazione che, nel caso del sangue periferico, consiste nel centrifugare la provetta per separare la componente liquida, quindi siero e plasma, dalla parte cellulare. 

Poi avviene la suddivisione del campione in parti più piccole, chiamate aliquote. Queste vengono conservate in una stanza criogenica a bassissima temperatura, poste all’interno di freezer a -80°/-20° o in bidoni contenenti azoto liquido che conservano i campioni a una temperatura di -200°. 

Questi campioni saranno utilizzati, ora e nei prossimi anni, per condurre i progetti di ricerca: al momento sono attivi 5 progetti in ambito cardiovascolare e 5 in ambito Covid”.

Fonte: www.grupposandonato.it

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