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Wellness

Lo Shiatsu può aiutare contro emicrania e ansia

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Redazione 1 Luglio 2018
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Diciamocelo subito: se avete iniziato a leggere sperando di trovare la soluzione a tutti i vostri problemi…beh, mi dispiace, ma la soluzione facile non esiste e rivolgervi al vostro medico di base rimane sempre la prima cosa da fare.

Detto questo, un buon aiuto lo Shiatsu può darvelo davvero: è una disciplina con origini antichissime che viene utilizzata sempre più per lenire disturbi come emicrania e ansia. Sarebbero più di 200mila i riceventi e 5mila gli operatori, secondo i dati riportati dall’Ansa e raccolti dalla presidente della Federazione Italiana Shiatsu Insegnanti e Operatori (Fisieo) Dorotea Carbonara.

Questo trattamento – massaggio è un termine inappropriato –  ha una storia che risale fino al Giappone del sesto secolo. Codificato nel paese del Sol Levante ai primi del ‘900, in Italia ha trovato diffusione a partire dagli anni Settanta, quando il pubblico si rese conto che la medicina tradizionale non riusciva a fornire tutte le risposte alla crescente domanda di benessere psicofisico.

Lo shiatsu si basa su cinque pilastri: respiro, postura, pressione, perpendicolarità, sensazione di piacere/dolore. Otto – dieci sedute possono essere sufficienti per cominciare ad avvertire benefici che durano fino ad alcuni mesi:

La visione olistica del paziente, tipica della medicina orientale, caratterizza quest’arte in cui si usa solo la pressione delle dita senza strofinamenti, impastamenti, sfregamenti: il corpo viene considerato tutt’uno con la mente, al contrario di quanto accade nella medicina occidentale.

Lo shiatsu trova impiego per ristabilire un senso generale di benessere, sbloccando l’energia lungo i meridiani principali del corpo. Sull’efficacia terapeutica quando impiegato da solo, come nel caso dell’omeopatia, il dibattito è invece ancora lontano da conclusioni. E’ impiegato in alcuni ospedali nei reparti di cure palliative e nella cura di disturbi alimentari, ma si tratta sicuramente di un approccio integrativo rispetto a quello tradizionale, che assicura alcuni benefici grazie anche all’empatia che si viene a creare tra il ricevente e l’operatore

“Per questo- prosegue Corbonara nell’intervista all’ANSA – è importante rivolgersi alla Federazione per sapere se il professionista abbia la formazione adeguata, ovvero aver frequentato un corso triennale che si conclude con un esame finale. Solo così si accede al Registro Italiano Operatori Shiatsu (Rios). Agli iscritti, inoltre in base alla legge 4/2013, si impone anche un aggiornamento continuo”.

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