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La storia di Rich: dal Kenya a Torino per curare una grave cardiopatia

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Redazione 8 Maggio 2020

L’emergenza Coronavirus non ha fermato la solidarietà, e naturalmente non ha fermato le cure per patologie diverse da quelle dovute al Covid-19: vi raccontiamo la storia di Rich, bambino del Kenya con una grave patologia al cuore, salvato dai medici dell’Ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino.

La storia è quella di Rich, un bimbo africano di otto anni, con una grave malattia al cuore, la Tetralogia di Fallot, scoperta per caso da una volontaria nel piccolo paese di Mtangani, un villaggio sulla costa del Kenya, in cui Rich abita. La malattia di Rich è stata scoperta da Renata, una volontaria di Stichting Mtangani. Rich, come racconta Renata, dormiva sempre durante le lezioni, e veniva portato a spalle dalla sorella nel tragitto per raggiungere la scuola, perché altrimenti sarebbe svenuto. Ma, era definito un bambino pigro. In realtà, non era pigrizia ma una grave patologia.

La storia è quella di Fondazione Forma, che non appena ha avuto notizia di un bimbo malato che aveva bisogno di cure e di una importante e delicata operazione al cuore, si è messa in moto. Prima per far inserire Rich nel Programma di assistenza sanitaria della Regione Piemonte a favore dei bambini extracomunitari o provenienti da Paesi in via di sviluppo. Poi si è occupata di accoglierlo, in un appartamento messo a disposizione dalla ABC (Associazione Amici Bambini Cardiopatici), per sostenere il piccolo e la sua mamma, che non parla l’italiano, ma che è stata sempre vicina al suo bambino, dando loro una sistemazione, un supporto fisico e piscologico. E in ultimo ha coordinato e fatto da raccordo tra Rich e l’ospedale e i medici che lo hanno preso in cura.

La storia è quella dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino e dei suoi medici – la dottoressa Gabriella Agnoletti (direttore della Cardiologia pediatrica del Regina Margherita), che ha coordinato gli accertamenti cardiologici, ed il dottor Carlo Pace Napoleone (direttore della Cardiochirurgia pediatrica del Regina Margherita), che, con la sua équipe, ha eseguito l’intervento chirurgico, nonostante la difficoltà del momento emergenziale che tutti stiamo vivendo.

Il delicato intervento a cuore aperto, durato circa 6 ore, ha consentito di riparare completamente la Tetralogia di Fallot di Rich e, dopo 4 giorni di degenza nella Terapia intensiva cardiochirurgica, il bimbo è stato restituito alle braccia della madre per proseguire la degenza in reparto.

Una storia che ha avuto un buon esito, ma grandi difficoltà nel percorso: Rich e la mamma parlano solo il loro dialetto, quindi ogni comunicazione tra medici e famiglia, tra famiglia e Fondazione Forma ha dovuto essere mediata da Renata, unica in grado di tradurre da italiano al dialetto. E non solo. Le comunicazioni, causa Coronavirus, sono state mediate dal telefono, ed è venuta a mancare quindi tutta la parte umana di contatti visivi e linguaggio verbale, che in situazioni come questa sono fondamentali.

E in ultimo, Rich e sua mamma sono passati dalla vita di villaggio africano a quella di una metropoli occidentale fermata da Covid: quindi anche solo la spesa consegnata a domicilio è stata un’impresa.

Ora Rich è guarito, lo dicono le ultime visite effettuate proprio in questi giorni, ed è pronto a tornare in Kenya, dove inizierà una vita nuova del tutto simile ai suoi coetanei. Anzi sarebbe pronto, perché rimane un ultimo passo da fare: riuscire a trovare un volo che lo faccia tornare a casa.

“Speriamo quindi che la solidarietà e la rete degli Enti, delle strutture ospedaliere, delle Fondazioni e soprattutto delle persone, che hanno collaborato per poter dare nuova vita a Rich ed alla sua famiglia, sappia trovare una soluzione a questo ultimo problema logistico”, affermano da Fondazione Forma.

Fonte: www.cittadellasalute.to.it

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