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Alzheimer: fallisce la ricerca più promettente

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Redazione 23 Marzo 2019
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Al mondo i malati di Alzheimer sono più di 40 milioni. Biogen, azienda biotech statunitense, ed Eisai, giapponese, hanno abbandonato gli studi su un trattamento sperimentale per la malattia dopo avere comunicato giovedì che il trattamento “aducanumab” non sarebbe stato efficace.

Questo è stato un brutto colpo per l’ipotesi che ha dominato la ricerca sull’Alzheimer dal 2010 e vede studi in fase avanzata di test: la possibilità di bloccare i sintomi “pulendo” le placche amiloidi che si accumulano in cervelli anziani distruggendo connessioni tra neuroni.

I primi tentativi non andati a buon fine risalgono a oltre 10 anni fa, quando questo filone di ricerca era ancora marginale, ma continuano nel tempo fino addirittura a convincere un gigante com Pfizer a ritirarsi dal campo delle neuroscienze.

Questo studio in particolare aveva attirato maggiori speranze per alcuni risultati preliminari che parlavano di stabilizzazione nei danni neurologici, riportati in un articolo di Nature di 3 anni fa a firma del dott. Adam Boxer, professore di neurologia presso l’Università della California – San Francisco.

Le speranze in questo approccio ora si riducono ad altre ricerche più orientate a prevenzione dei sintomi e fasi preliminari della malattia, su persone che possono avere predisposizione genetica o un numero di placche già elevato nel cervello pur non presentando sintomatologia.

La speranza di sconfiggere un giorno l’Alzheimer c’è ancora, sono centinaia le ricerche con approcci diversi da quelli che hanno fallito. Purtroppo però gli studi sono a un livello meno avanzato. Insomma, la strada pare più lunga di quanto sperato fino a settimana scorsa.

Fonte: Financial Times

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