fbpx



Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Assistenza Medicina Rubriche Top

La “badante”… bada! Fare assistenza ad una persona fragile e averne cura è diverso

blank
Silvia Farina 15 Novembre 2021
blank

Anche in presenza di Alzheimer o demenza, la scelta di escludere la persona assistita dalle attività ordinarie finisce per avere conseguenze estremamente negative.

La prima regola dell’assistenza? Entrare in relazione prima con la persona, e solo dopo con la sua fragilità. “Badare” è sinonimo di “sorvegliare”: chi di noi vorrebbe mai essere sorvegliato? Ecco una delle radici del rifiuto irriducibile ad accettare un aiuto esterno. Chi sorveglia poi, vuole ridurre rischi e fatiche, e trova molto più efficace fare tutto da sé, piuttosto che triplicare i tempi coinvolgendo una persona anziana, magari anche disorientata.

Entrare in relazione con la persona significa “aver cura” del suo punto di vista, del suo desiderio, del suo essere protagonista della vita che vi si svolge. L’Alzheimer non è una ragione per escludere una persona dalle attività ordinarie: al contrario, estrometterla è il miglior modo per generare rabbia e rifiuto.  Il coinvolgimento nella vita di tutti i giorni è LO strumento  per incoraggiare l’autonomia residua: contribuisce all’autostima e al buonumore e contiene i comportamenti problematici.

Insistere nel coinvolgere una persona anziana, magari pure con demenza, richiede alle persone giovani e sane, una fatica e un cambiamento di approccio che costa tanto a noi, così da rendere più semplice sostituirsi, mascherandoci dietro l’intenzione bonaria di “aiutare” e di “non far stancare”. Le persone con demenza percepiscono le intenzioni dietro l’apparenza, anzi! Le colgono con molta più precisione e velocità dei sani, anche se faticano a seguire i ragionamenti. Spesso ciò che genera rifiuto non è l’aiuto in sé, ma come viene veicolato da chi lo propone, e poi lo dispone.

Provate a scrivere la lettera che il vostro genitore avrebbe scritto 20 anni fa al suo futuro “badante” per dargli indicazioni su come trattarlo una volta anziano: cosa gli piaceva? Cosa lo innervosiva? Ecco la base dalla quale partire per scegliere l’assistente che “abbia cura” e non “badi”.

Silvia Farina
PROCURATORE D’AIUTO – Costruisco l’assistenza per le persone anziane

Clicca qui per leggere tutti gli articoli a tema Alzheimer di Silvia Farina

Tags: