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Alimentazione sana: amici e nemici del colon irritabile

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Redazione 14 Luglio 2021
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Parliamo di alimentazione: come comportarsi a tavola per combattere i sintomi del colon irritabile? Ce ne parla la Dott.ssa Simona Ferrero, Medico Nutrizionista di Auxologico.

COLON IRRITABILE: QUALI SONO I CIBI DA EVITARE?

La domanda più frequente dei pazienti con sindrome del colon irritabile riguarda quali sono i cibi da evitare.

Purtroppo non è sempre facile dare una risposta per tre motivi:

  • anche se la maggior parte dei pazienti riconosce il ruolo specifico di alcuni alimenti nello scatenamento dei sintomi, il ruolo della dieta nella sindrome del colon irritabile non è ancora ben definito;
  • la manifestazione dei sintomi della colite è polimorfa e varia da soggetto a soggetto (stipsi, diarrea, alvo alterno, meteorismo, crampi e dolore intestinale) e spesso, nello stesso paziente, il disagio intestinale si manifesta con aspetti clinici diversi e che si modificano nel tempo;
  • nonostante sia innegabile che la dieta influisca in modo incisivo sulle manifestazioni cliniche, ma gli alimenti che possono esacerbare i sintomi variano da paziente a paziente.

QUALI SONO GLI ALIMENTI PIÙ A RISCHIO?

È comunque possibile individuare un elenco degli alimenti potenzialmente più a rischio. Chi soffre di colon irritabile dovrebbe fare attenzione a:

  • latte, latticini, gelato;
  • dolcificanti (sorbitolo, fruttosio);
  • marmellata;
  • frutta (pesche, pere, prugne, uva);
  • verdura (cavoli, carciofi, cipolle, rucola, cetrioli);
  • legumi e patate;
  • spezie, dadi, alimenti concentrati;
  • caffè, tè;
  • Coca Cola, bevande gassate;
  • cibo in scatola;
  • carne conservata.

BADA A COME MANGI

Mentre nessuna associazione è stata riscontrata con il numero e la regolarità dei pasti, l’abitudine di consumare i pasti velocemente è invece frequentemente associata al colon irritabile.

Ma ricorda che consumare regolarmente i pasti è importante per la tua salute!

COLON IRRITABILE: RIMEDI

Ci sono alcuni accorgimenti, alcuni davvero semplici da osservare, che possiamo prendere per far fronte a questa patologia.

Ecco un elenco dei possibili rimedi per il colon irritabile:

  • Tenere un diario alimentare;
  • mangiare lentamente;
  • consumare pasti leggeri e frequenti;
  • per evidenziare gli alimenti in grado di causare reazioni, possono essere utili diete di esclusione/reinserimento dei cibi sospettati;
  • aumentare/ridurre l’apporto di fibre in base al profilo sintomatologico;
  • ridurre l’apporto di lattosio, mono-, di- e polisaccaridi fermentabili e polioli;
  • ridurre l’apporto di cibi grassi;
  • ridurre l’apporto di alimenti che aumentano la produzione di gas intestinali.

Dal punto di vista nutrizionale, non sono emerse differenze significative nell’assorbimento di nutrienti nel paziente con colon irritabile rispetto alla popolazione generale.

UN AIUTO PREZIOSO: IL MEDICO NUTRIZIONISTA

Il Medico nutrizionista può aiutare il paziente nella gestione della sintomatologia attraverso tre attività principali:

Educazione alimentare

I cibi da evitare e quelli da preferire sono diversi nel paziente con stipsi o meteorismo rispetto al paziente con diarrea: in base alle manifestazioni intestinali prevalenti del singolo paziente, il medico nutrizionista è in grado di impostare un regime alimentare mirato al controllo della sintomatologia.

Potrà inoltre aiutare il paziente a regolare l’assunzione di liquidi e le modalità di assunzione dei pasti, a modulare l’assunzione di fibre in base alle manifestazioni e a regolarsi in autonomia nei momenti di più intensa manifestazione dei sintomi.

Somministrazione di integratori

Tra i rimedi a disposizione, il nutrizionista potrà inoltre consigliare l’assunzione di alcuni integratori, anche a base di estratti naturali, che possono essere utili nel controllo della sintomatologia – così come l’assunzione di probiotici.

Monitoraggio dello stato nutrizionale

Il medico nutrizionista assiste il paziente monitorando lo stato nutrizionale, l’assunzione di macro e micronutrienti e il livello di energia, per mantenere una corretta nutrizione e la giusta assunzione di tutti i nutrienti dal punto di vista qualitativo e quantitativo.

Può accadere infatti che vi sia una reazione esageratamente restrittiva nei confronti del cibo nel paziente affetto da questo disturbo, che lo induce a limitare fortemente l’assunzione di alcuni alimenti e a sviluppare di conseguenza carenze nutrizionali.

Fonte: www.auxologico.it

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