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Malattia cardiovascolare: ecco gli esami per uno screening cardiologico

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Redazione 10 Giugno 2019
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Spesso, per confermare una diagnosi di malattia cardiovascolare e definire la terapia corretta, sono necessarie procedure diagnostiche speciali: il Dottor De Blasio, responsabile del Servizio di Cardiologia all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e all’Istituto Clinico San Siro, ci spiega in cosa consiste uno screening cardiologico completo.

“Per poter fare diagnosi di un’eventuale malattia cardiovascolare, in presenza di fattori di rischio – spiega il dottor Giuseppe De Blasio, responsabile del Servizio di Cardiologia all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e all’Istituto Clinico San Siro – uno step fondamentale è la possibilità di accedere ai controlli medici specialistici di tipo ambulatoriale.

Una visita cardiologica di controllo con un semplice elettrocardiogramma (ECG) rappresentano il primo stadio per intercettare i pazienti con un profilo di rischio aumentato di incorrere nell’infarto, indirizzandoli a uno stile di vita più salutare oltre che a reclutarli per esami di secondo livello più complessi”.

“In particolare – continua – questi sono esami non invasivi che si possono effettuare nell’ambulatorio di cardiologia come ad esempio il test da sforzo che prevede di eseguire un semplice esercizio fisico sulla cyclette pedalando con una resistenza crescente oppure sul treadmill, camminando in salita. Ciò porta a un aumento del lavoro cardiaco, della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e dello stress cardiaco. Al momento dell’esame, il cardiologo valuta costantemente l’ECG per vedere se vi siano segni di insufficienza coronarica. Un altro semplice ma importante esame diagnostico è l’ecocardiocolordoppler che permette di evidenziare precocemente segni della malattia del muscolo cardiaco e delle sue valvole e di monitorare l’evoluzione di una patologia già eventualmente presente. Un altro esame di comune impiego è lholter cardiaco utile in caso di disturbi del ritmo cardiaco (con le cosiddette palpitazioni, sensazione di un battito mancante), che prevede la registrazione per 24 ore dell’elettrocardiogramma e che permette di andare a verificare la presenza di aritmie. Un esame analogo all’holter è quello del monitoraggio dinamico della pressione arteriosa nelle 24 ore”.

“È chiaro che – conclude De Blasio – per ottenere risultati tangibili, nei prossimi anni, in termini di riduzione della mortalità delle patologie cardiovascolari fondamentale sarà l’impegno nella divulgazione della prevenzione sia da parte dei medici sia da parte dei media”.

Fonte: www.galeazzi.grupposandonato.it

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