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Alzheimer: l’assistenza richiede testa, fantasia, creatività, problem solving e resistenza allo stress

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Silvia Farina 25 Novembre 2021
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Assistenza Alzheimer = mission impossible?

No!

Innanzitutto richiede “testa”: non si può dare nulla per scontato ed è meglio disporsi mentalmente, come fanno i professori che devono preparare le lezioni. E’ necessario essere pronti all’ascolto attento, profondo ed empatico: entrare nel suo mondo, capire cosa innervosisce o spaventa, cosa rallegra e distende, conoscere il più possibile della suo stile di vita prima della malattia, del suo modo di essere, delle sue passioni, delle sue abitudini, e organizzare il proprio lavoro di conseguenza. Piacciono le canzoni in dialetto? Prepararsi qualche pezzo con l’aiuto di YouTube! Ama il giardinaggio? Procurarsi un libro o qualche stampa sull’argomento da vedere insieme: chiedere suggerimenti che riconoscano la loro superiorità contribuisce alla loro autostima, a tenerli impegnati con qualcosa per loro piacevole, e quindi a evitare/contenere lo sviluppo di comportamenti problematici.

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Silvia Farina

La creatività e la fantasia sono fondamentali: un argomento/attività che solitamente piace a volte può non funzionare, quindi è bene essere già pronti con 2-3 alternative da proporre per distrarre ed evitare che s’innervosisca. Spesso anche la loro capacità di concentrazione varia a seconda delle giornate, e per questo è utile sapersi gestire con flessibilità. Il problem solving è poi fondamentale per tutte quelle situazioni che non possiamo prevedere: anche se le combinano grosse è vitale mantenersi calmi, rispondere con un sorriso, valorizzare quella che poteva essere una loro intenzione positiva, e soprattutto non mortificarli sbattendo loro sul muso l’errore o la “stupidata” compiuta. Nella loro testa ci volevano preparare dei biscotti? Ringraziarli e valorizzarli anche se in forno hanno messo la lettiera del gatto!

Intuite quindi che è importante saper resistere allo stress: la totale imprevedibilità della malattia sottopone chi assiste, soprattutto se lo fa senza limitarsi a “badare”, ma coinvolgendo e stimolando continuamente l’assistito, ad una pressione impressionante. Ricordiamo quindi di tutelare sempre i tempi di riposo e gli spazi di recupero di chi assiste.

Silvia Farina
PROCURATORE D’AIUTO – Costruisco l’assistenza per le persone anziane

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