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Alzheimer, pianificazione in anticipo per ridurre la confusione

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Silvia Farina 5 Novembre 2021
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Assistere la persona con demenza o Alzheimer richiede grande flessibilità e creatività anche in fase di pianificazione: è impossibile fare programmi nel senso stretto del termine.

E’ utilissimo immaginare una serie di lavoretti da poter svolgere insieme, essendo pronti a saltare dall’una all’altra in funzione dello stato d’animo del giorno, e del momento stesso in cui interveniamo.

La capacità di concentrazione è una grande variabile: solitamente diminuisce man mano che la malattia progredisce, ma nel corso della stessa varia molto in funzione del livello di riposo e di agitazione. Nel primo caso è più facile coinvolgerla in attività stimolanti al mattino e se ha ben riposato, nel secondo è importante prevenire e contenere il più possibile qualsiasi fonte di nervosismo, anche e soprattutto nel modo di approcciarla. Una grandissima parte dei comportamenti problematici è la reazione alla mancanza di capacità dei famigliari sani di modularsi rispetto alla malattia!

Se è vero che è bene conoscere le abitudini che la  persona aveva prima di ammalarsi, lo è altrettanto il proporre cose nuove: un uomo che professionalmente è stato “un capo”, caratterizzato da grande rigore e scevro da smancerie, potrebbe di colpo trovare agio nello stare con i bambini o in mezzo agli animali. Una donna che è stata sempre impegnata nell’ambito domestico, senza l’opportunità di avere spazi propri, potrebbe (ri)scoprire piacere nel disegno o nel ballo.

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Silvia Farina

Una delle prime cose che si è portati a fare è sollevare la persona dalle incombenze domestiche: “Si sieda che faccio io!”. Invece, rifare il letto, stendere o piegare la biancheria o apparecchiare la tavola rappresentano meravigliose opportunità per tenere la persona attiva e conservare la sua autostima. La passeggiata esterna è l’occasione per allenare l’attenzione alle vetrine oppure osservare le piante del parco. Le attività ripetitive poi sono l’ambito nel quale solitamente amano potersi rifugiare e se vi è un’educazione religiosa, la ripetizione delle preghiere dona solitamente loro un grande sollievo.

Silvia Farina
PROCURATORE D’AIUTO – Costruisco l’assistenza per le persone anziane

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