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Vitiligine, come riconoscerla e curarla

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Redazione 26 Giugno 2020
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In occasione della Giornata Mondiale della Vitiligine, malattia che colpisce circa 1 milione di persone al mondo, facciamo il punto con lo specialista dermatologo dell’Istituto Clinico Città di Brescia.

La vitiligine è una malattia dermatologica che coinvolge la pigmentazione cutanea, causata dalla mancanza di melanina che colpisce circa 100 milioni di persone nel mondo, con predominanza di casi tra le donne.

Il Dott. Remo Fulvio Gavazzoni, specialista dermatologo dell’Istituto Clinico Città di Brescia, ci spiega come riconoscerla e curarla in base alla ultime terapie. 

Come riconoscerla

“Dal punto di vista clinico – spiega il dermatologo – è possibile riconoscere la vitiligine facilmente, perché si scorgono delle macchie bianche sulla superficie cutanea”.

Nel 50% dei casi circa la vitiligine si sviluppa prima dei 20 anni d’età, però, nei giovani che ne soffrono sin dall’infanzia, la superficie corporea colpita da questa malattia è meno del 10%. 

“È proprio questa fase, quando ancora non è eccessivamente espansa, che rappresenta il momento più opportuno per intervenire e combattere il suo decorso”, sottolinea il Dott. Gavazzoni.

Le tipologie cliniche della vitiligine e i distretti corporei più colpiti

Esistono due varianti di vitiligine: “La vitiligine bilaterale o simmetrica, in cui vediamo che i distretti corporei sono coinvolti in maniera speculare. 

I segni sono riscontrabili principalmente su dorso delle mani e dei piedi, viso, gomiti, ginocchia.

E la vitiligine segmentale che colpisce solo un emisoma, cioè una delle due metà del corpo” spiega lo specialista dell’Istituto Clinico Città di Brescia.

I segni della malattia

Più la pelle è pigmentata, più la vitiligine è evidente: “In un soggetto di razza scura e in uno di razza caustica, ovviamente, la malattia ha un impatto diverso – continua il dottore -. 

Nelle nostre latitudini ci si accorge della vitiligine soprattutto in estate quando ci si espone al sole, dal momento che appare più evidente il contrasto tra la pelle sana e le chiazze bianche sulla superficie cutanea”.

Cause e patologie correlate

“Si discute ancora circa la patogenesi della vitiligine anche se ormai si pensa che ci sia un’acclarata predisposizione genetica, confermata dal fatto che ci sono famiglie intere alle prese con questo disturbo, un disturbo primitivo acquisito, poligenico e multifattoriale. 

Ciò che attualmente si ritiene più veritiero è che la vitiligine sia una malattia autoimmunitaria, perché nel 20-30% dei casi si segnala la presenza concomitante di altre malattie autoimmuni come, per esempio: 

  • le malattie della tiroide;
  • l’anemia perniciosa;
  • la malattia di Addison; 
  • il diabete mellito;
  • la miastenia;
  • l’alopecia areata, ecc. 

Per questo motivo, in presenza di vitiligine, siamo soliti compiere delle indagini ulteriori per scongiurare l’associazione con altre patologie che, dal punto di vista clinico, oltre ad essere più importanti, possono avere conseguenze ben più gravi”. 

Come si cura

“Oggi abbiamo a disposizione dei trattamenti certamente più efficaci, che magari non garantiscono la guarigione completa della malattia, ma assicurano dei miglioramenti significativi – spiega lo specialista -. La terapia varia a seconda dell’estensione della malattia e in base all’età del paziente. 

Se le lesioni sono limitate ad un ristretto distretto corporeo si prediligono delle terapie locali che prevedono l’utilizzo di: cortisone, derivati della vitamina D o farmaci biologici

Quando la vitiligine è più estesa, invece, si ricorre dai 12 anni in sù alla microfototerapia, una sorgente di luce a base di raggi ultravioletti UVB che colpisce le zone coinvolte dalla vitiligine dando buoni risultati. 

In ogni caso, quando si prescrive la terapia, è fondamentale capire in che fase è la malattia: esordio, progressione, quiescenza. 

Quando è in attività, infatti, è opportuno utilizzare il cortisone, quando invece è stabile, bisogna stimolare i melanociti (cellule dell’epidermide) prescrivendo  prodotti specifici per via sistemica”.

 Sole e vitiligine

Si può prendere il sole con la vitiligine? “Dove c’è la chiazza bianca, mancano i melanociti per cui ci si ustiona facilmente: è di fondamentale importanza quindi proteggersi adeguatamente  – risponde il Dott. Gavazzoni -. 

Tuttavia, soprattutto nelle zone foto esposte, possiamo notare una ripigmetazione spontanea della vitiligine nel 20% dei casi, favorita dall’esposizione solare. A seconda dei casi, dunque, il sole può essere dannoso e vantaggioso allo stesso tempo: il buon senso dice che è bene esporsi protetti evitando gli orari meno indicati”.

Fonte: www.grupposandonato.it

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